
Mettersi nei panni di poveri ed emarginati per capire a fondo cosa si prova. Lo hanno fatto, non in senso figurato, ma più realisticamente possibile, 17 ragazzi e ragazze, studenti del del Comitato Xenia del liceo scientifico Galilei di Ancona che hanno partecipato al role play sociale che si è svolto domenica per le vie della città.
Sono stati tutti dotati di uno zainetto con soli due euro e lo stretto essenziale per vivere, compreso un biglietto dell’autobus. Hanno mangiato (non tutti perché qualcuno ha dato priorità ad un posto dove passare la notte) alla Mensa Diocesana le stesse monoporzioni che vengono solitamente servite ai meno abbienti. Ognuno ha interpretato una storia vera ed è stato chiamato ad una missione. A seconda del profilo assegnato, i ragazzi e le ragazze sono stati chiamati ad affrontare e risolvere le difficoltà che coloro che vengono spesso visti come “i perdenti della nostra società” si trovano a vivere.
«L’obiettivo – spiega la professoressa Silvia Pascucci, che ha fondato il comitato Xenia al ritorno da un viaggio tra i migranti a Lampedusa – è di risvegliare le coscienze in questo periodo buio e di addormentamento nei confronti dei poveri. E’ stata un’esperienza importantissima per vestire i panni anche emotivi di chi vive ai margini e provare, seppur in modo simulato, un po’ di quel disorientamento che per molti è la quotidianità».
Al progetto hanno collaborato i volontari della Caritas e della Tenda di Abramo, che hanno donato tempo e garantito l’apertura dei servizi a cui si sono rivolti i ragazzi e le ragazze. Cinque professori Silvia Pascucci, Gladia Messersì ed Elvira Mastrovincenzo di italiano e latino, Daniela Castorani (storia dell’arte) e Davide Giacometti (docente di sostegno) hanno monitorato l’attività minuto per minuto seguendo gli studenti con dispositivi di geolocalizzazione.
«Quello che hanno scoperto i partecipanti – sottolinea la professoressa Pascucci – è una città, la loro, diversa da quella che vivono tutti i giorni, una città fredda nei confronti degli ultimi. In realtà hanno avuto un aiuto da un uomo senza fissa dimora che gli ha consigliato dove poter prendere da mangiare a un euro. Quello che i ragazzi e le ragazze ci hanno restituito al termine dell’attività, quando ci siamo incontrati per un tè caldo e una riflessione finale, è stato proprio il bisogno di una faccia amica che non hanno trovato».
Soddisfatta la dirigente scolastica, professoressa Alessandra Rucci: «È la prima volta che il liceo scientifico Galileo Galilei organizza un evento di questo tipo. I ragazzi hanno dato la loro disponibilità persino di domenica, a riprova del loro grande senso di responsabilità. In un momento difficile come quello attuale, fatto di conflitti e guerre, e in un periodo in cui si fa un gran parlare di Educazione alla Cittadinanza, noi mettiamo in pratica delle opportune riflessioni sul senso della vita e sulla necessità di fare rete».
(a.p.)