mercoledì, Gennaio 15, 2025

Il messaggio di Gino Strada alle liceali: «Solidarietà, compassione e impegno per il prossimo non sono opzionali»

MACERATA - La classe 4D del liceo artistico Cantalamessa hanno letto il libro del fondatore di Emergency e incontrato la professoressa Giovanna Ricci, volontaria dell’associazione no-profit italiana che offre cure medico-chirurgiche di elevata qualità alle vittime delle guerre e promuove una cultura di pace

emergency

E’ un incontro che ha lasciato il segno quello delle ragazze della 4D del liceo artistico Cantalamessa di Macerata con Emergency e con l’ultimo libro di Gino Strada “Una persona alla volta”.

«Entrare in una classe per parlare di pace e diritti umani è sempre un’avventura: non si sa mai come ragazze e ragazzi reagiranno. Si annoieranno? Riuscirò a coinvolgerle/li? Seguiranno il discorso o lo troveranno distante dalla loro realtà? Aprire spazi di riflessione su Gino Strada e il suo impegno per l’uguaglianza, l’equità e la giustizia sociale, spingendo anche i più scettici a riflettere sul senso di responsabilità verso gli altri e sul valore della vita, non è sempre un’impresa facile. Eppure qualcosa è accaduto nella classe 4D del liceo artistico “Cantalamessa” di Macerata dove recentemente sono intervenuta su questi temi. È stata un’occasione di confronto autentico, in cui ho ricevuto molto. Ho imparato a vedere alcune questioni attraverso i loro occhi di adolescenti, scoprendo punti di vista inaspettati e sorprendenti».
Questo è il commento espresso dalla professoressa Giovanna Ricci, volontaria di “Emergency” un’associazione no-profit italiana che offre cure medico-chirurgiche di elevata qualità alle vittime delle guerre, delle mine anti-uomo e della povertà e che promuove una cultura di pace, solidarietà e rispetto dei diritti umani.
«La scuola – afferma la professoressa Roserita Calistri- è un luogo perfetto dove seminare valori e ideali buoni, che mettono al centro di tutto l’umano e il suo sentire. In un’epoca in cui non facciamo altro che ascoltare notizie e vedere reportage di una crudeltà inaudita, in cui l’uomo è artefice e portatore di morte nei confronti di vittime innocenti che si trovano a subire le barbarie più disumane, conoscere l’opera di un semplice uomo, come Gino Strada, permette di scuotere le nostre coscienze e non lasciarci annichilire dal male. Per questi motivi reputo fondamentale inserire nella programmazione delle lezioni incontri con rappresentanti e testimoni di umanità vera e attiva. L’incontro con la professoressa Ricci volontaria di Emergency e la lettura integrale, fatta a scuola dell’ultimo libro di Gino Strada “Una persona alla volta”, hanno lasciato un segno e aperto giovani coscienze»
Così si sono espresse le alunne della classe 4° D quando è stato chiesto loro di sintetizzare pensieri, emozioni e sentimenti:
«”Una persona alla volta” è una riflessione profonda sulle condizioni dell’umanità, invita i lettori a riconoscere il valore della vita umana, la dignità della persona e l’importanza dell’aiuto reciproco, ponendo in evidenza che ogni individuo è degno di attenzione e cura». (Romana Salvatori)
«Quello che ho imparato dalla lettura di questo libro è il valore della coerenza e dell’impegno verso i propri ideali. Il titolo “Una persona alla volta” non è solo un titolo, ma un vero e proprio manifesto etico: l’idea che ogni vita conti e che ogni singolo intervento possa rappresentare una scintilla di speranza in un mondo lacerato dalle ingiustizie. Ho trovato questo libro toccante e stimolante, capace di spingermi a riflettere sul mio ruolo nel mondo». (Elena Severini)
«Questo libro è una denuncia aperta ad un sistema che sembra non avere a cuore le vite dei più deboli ma solo gli scopi economici. Gino Strada ci trasmette un messaggio potente di speranza e di coraggio, ma anche di denuncia verso le ingiustizie e le atrocità che ancora segnano la vita di milioni di persone nel mondo. Questo libro ci spinge a riflettere sulle nostre responsabilità, come individui e come membri di una comunità globale, verso chi soffre e ha bisogno di aiuto.
Dall’incontro e dalla lettura del libro ho capito che la solidarietà non è qualcosa di astratto, ma una responsabilità concreta che tutti possiamo e dobbiamo assumere, ogni giorno. Non posso ignorare ciò che vedo intorno a me, né chiudere gli occhi di fronte alle difficoltà degli altri. Ognuno di noi ha il potere di agire». (Arianna Dorici)
«La lotta per un mondo migliore non si basa su gesti eroici, ma sull’impegno quotidiano. In un mondo dove il profitto spesso prevale sui valori umani, Strada ci invita a vedere la medicina come un servizio alla vita. La guerra non colpisce solo i corpi, ma le menti e la vita stessa degli individui. Soprattutto colpisce il futuro di uno Stato poiché Strada racconta di aver soccorso tanti bambini che teoricamente dovrebbero esserne fuori. Ho imparato che, sebbene le guerre possano sembrare lontane dalla nostra realtà quotidiana, esse sono comunque parte di un contesto globale che ci riguarda e la sofferenza causata da queste non può essere ignorata». (Benedetta Smerilli)
«Ciò che mi ha impressionato di più nel suo racconto è l’atrocità che porta la guerra: la mutilazione della popolazione per infondere terrore e segnare il nemico, con l’uso di mine anti-uomo a forma di giocattolo così da infliggere danni soprattutto ai bambini che rappresentano il futuro ma che soprattutto non hanno alcun legame con la guerra. Il fatto più agghiacciante è che i governi invece che trovare un modo per far cessare tutta questa sofferenza, mandano al massacro migliaia di persone innocenti solo per i loro interessi. Io sono d’accordo con ciò che dice Gino Strada, la guerra non ha nulla di positivo, è spietata, crudele e trovo giusto che debba essere abolita, ma questo non dipende da me e nemmeno da tutti noi, è un conflitto di interessi tra grandi governi che lasciano che la loro gente venga uccisa». (Emanuela Micozzi)
«Mi ha colpito particolarmente la parte dedicata ai bambini, vittime numerose ed innocenti. La scelta strategica di colpire piccoli innocenti, il futuro di una popolazione, mi sembra la cosa più vile che possa esistere. Un bambino che, per esempio, perde una gamba per essersi imbattuto in una mina anti-uomo dovrà imparare a convivere con una disabilità permanente e il trauma di un’esperienza per la quale non ha mai avuto colpa. (Sara Messi)
Leggendo in classe questo libro mi sono ritrovata a pensare come sono fortunata a trovarmi in un Paese dove la guerra è ripudiata, dove non devo chiudere gli occhi la notte sperando di poterli riaprire il giorno dopo, senza dovermi preoccupare se qualcosa raccolto per terra sarà l’ultima cosa che vedrò». (Federica Seghetta)
«Interessante è la denuncia che Strada fa nei confronti dell’industria delle armi e della comunità internazionale, che spesso sembra ignorare o sottovalutare il problema delle mine anti-uomo. In un mondo che si dice civile, è inaccettabile che le mine anti-uomo vengano ancora prodotte e diffuse e che milioni di persone debbano convivere con il terrore di un’esplosione improvvisa. La lotta per la rimozione delle mine e la prevenzione di queste tragedie è una delle battaglie più urgenti che l’umanità deve affrontare e Gino Strada ci invita a non voltare lo sguardo, a non fare finta che questo problema non esista». (Celine Autiero)
«Purtroppo la guerra non verrà mai abolita. E’ la natura umana a volere la guerra, a cercare il potere, la supremazia, la ricchezza. Un circolo vizioso che non ha fine. E la storia ci ha offerto prove sufficienti per arrivare a questa conclusione. Però non bisogna mai smettere di lottare per ciò che si crede giusto. Non siamo tutti uguali nel nostro modo di pensare, di parlare, di essere. Persone diverse che vivono però nella stessa casa sotto lo stesso tetto, sul pianeta Terra. E si sa che per vivere bene insieme, in una società, c’è bisogno di rispettare delle regole. La parola uguaglianza è la soluzione e non credo di averla pensata soltanto io. Eccola, la abbiamo, ma perché non riusciamo ad utilizzarla?» (Fabbroni Matilde)
«A livello personale credo di aver sviluppato un’empatia maggiore. Questo libro è riuscito a farmi capire le condizioni di vita dei Paesi più poveri che, purtroppo non hanno la fortuna di vivere in un mondo senza guerra. Sono riuscita a immedesimarmi nella storia di tanti pazienti, provando rabbia e tristezza». (Noemi Baldassarri)
Ognuno di noi dovrebbe fare la differenza, aiutando queste associazioni umanitarie perché potremmo benissimo essere noi nei panni di queste povere vittime della guerra. Mettendo un po’ del nostro potremmo coltivare la speranza che le autorità si sveglino e comincino a fare effettivamente qualcosa. Il libro mi ha colpito molto, devo ammettere che prima di leggerlo non sapevo neanche chi fosse Gino Strada o di cosa si occupasse Emergency, ma ora che lo so, ammiro la sua associazione per la forza e l’umanità, sicuramente un esempio da seguire». (Valentina Pecorari)
«Credo che temi del genere dovrebbero essere discussi più spesso perché utili ai giovani e la lettura di questo libro è un metodo perfetto di educazione». (Sofia Mallozzi)
«E’ un libro che apre gli occhi sul mondo e ogni parola ha il peso di una montagna». (Lea Orlandi)
«In conclusione questo è il messaggio che Gino Strada ci lascia: la solidarietà, la compassione, l’impegno per il prossimo non sono opzionali. Se vogliamo cambiare il mondo, dobbiamo partire dalla cura degli altri e non rubare il loro volto e i loro sogni e non dobbiamo mai smettere d’impegnarci». (Giulia Fazi)

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