Cosa c’è dietro le quinte di un argento mondiale? Se lo sono domandati alunni e alunne del Convitto di Macerata che hanno intervista Anna Pinzi, campionessa di aerobica che frequenta la loro stessa scuola.
***
di Giovanni Mogetta, Lorenzo Schiaroli, Sokol Fejzillau, Tommaso Lippi, Tommaso Ferri e Tommaso Federici
Tredici anni e già una stella sportiva di livello internazionale. Campionessa italiana plurimedagliata di ginnastica aerobica, Anna Pinzi ha conquistato l’argento agli ultimi Campionati del mondo 2024 nella categoria junior, fa parte della Squadra nazionale italiana di ginnastica aerobica e frequenta con profitto il Convitto Giacomo Leopardi, per la precisione la classe 3B. Abbiamo deciso di intervistarla perché ci ha molto colpito il fatto che frequentasse il nostro stesso istituto e le curiosità da parte nostra erano davvero tantissime. Lo scorso mese è venuta a trovarci in classe, accompagnata dalla professoressa Paola Caschera, la sua insegnante di scienze motorie.
Con un po’ di imbarazzo, perché la situazione era insolita, ci ha confidato che si allena da sei anni per almeno tre ore al giorno, quasi sempre dalle tre alle sei di sera. È un lavoro molto impegnativo e meticoloso in cui viene seguita con grande serietà e professionalità dalla sua allenatrice Arianna Ciucci, che è anche l’allenatrice della Nazionale italiana di aerobica. La preparazione atletica è incentrata sull’esibizione per la gara, che in genere ha la durata di un minuto e venti secondi.
Biondissima ed esile, Anna ha una grande passione per questo sport, e perciò è disposta a tanti sacrifici con l’obiettivo di migliorare sempre di più. Per essere una campionessa come lei bisogna fare tante rinunce ma ha un amico fedelissimo, il suo coniglio Moka.
Le piace ascoltare la musica e adora i Pinguini Tattici Nucleari. Le sue materie preferite sono arte, italiano e naturalmente scienze motorie.
Anna, perché pratichi proprio questo sport?
«È una mia scelta, nessuno me lo ha consigliato. Prima avevo provato diverse discipline, come nuoto, ginnastica ritmica e danza, ma con l’aerobica è stato amore a prima vista: questo sport mi ha subito colpito e non ho più potuto farne a meno».
Chi è il tuo idolo?
«Ne ho due: Anastasia Kurashvili, una ginnasta ucraina, ma anche Sirvioe Jade, finlandese. Di loro mi piace l’eleganza, la “pulizia” negli elementi tecnici, il modo perfetto in cui stendono gambe e punte».
La tua famiglia ti ha sempre sostenuta?
«Sì, è un supporto preziosissimo e i miei familiari sono tutti orgogliosi; alcuni sono molto protettivi verso di me, in particolare mia nonna: ha paura che mi alleni troppo e secondo lei dovrei riposarmi di più. Questo mi fa sempre sorridere…»
In cosa consiste il tuo sport?
«È un mix di parti di danza alternate a esercizi basilari o difficoltà; il tempo massimo per eseguire il tutto in gara è un minuto e venti secondi e non si può uscire dai limiti segnati a terra sulla pedana. L’obiettivo è aggiudicarsi il maggior punteggio facendo il miglior esercizio possibile. Prima di ogni gara si sceglie un tema su cui si baserà la musica di sottofondo, la coreografia e il costume. Ad esempio, l’anno scorso il tema era Pinocchio e le canzoni scelte, insieme alla coreografia, riguardavano il cartone animato. La pedana di norma è abbastanza elastica ma per utilizzarla bisogna indossare delle scarpe apposite. Si può gareggiare in singolo, in coppia, in trio, in gruppo (cinque componenti) e in dance (otto componenti). Quest’ultima è la tipologia più impegnativa perché essendo in otto è difficile coordinarsi, ma la nostra squadra è talmente unita che riusciamo ad arrivare ai gradini più alti del podio anche in gare internazionali. Un elemento fondamentale per la ginnastica aerobica è la conoscenza del proprio corpo a 360°; l’espressione deve essere sempre caratterizzata da un sorriso e non si deve mai esporre la propria stanchezza. Il corpo trasmette emozioni ed espressività anche attraverso elementi tecnici».
A che cosa hai rinunciato e rinunci per il tuo sport?
«Ho dovuto rinunciare spesso a uscire con le mie amiche perché dovevo allenarmi. Bisogna andare a dormire presto perché il sonno è fondamentale per il recupero».
Quali sono i tuoi hobby al di fuori della palestra?
«Disegnare e creare oggetti fai da te. Non ho molto tempo per leggere ma a volte gioco con il mio coniglio Moka o ascolto i miei cantanti preferiti».
Grazie a questo sport hai viaggiato molto, c’è un Paese che ancora non hai visto e che ti piacerebbe visitare?
«Senza dubbio la Finlandia. Adoro i Paesi nordici».
Qual è il momento più difficile durante una gara?
«La parte finale, perché si è molto stanchi e si rischia di commettere qualche errore.
Qual è l’aspetto o la specialità del tuo sport che ti ha dato finora più soddisfazione?
Sicuramente il trio: ricordo la prima gara, in palestra non riuscivamo a realizzare bene le figure, mentre in pedana io e le mie compagne siamo riuscite ad eseguirlo perfettamente ed è stata una soddisfazione enorme».
Parliamo di incidenti e infortuni. Quali sono i rischi del tuo sport?
«Principalmente cadute e storte. Possono capitare infortuni durante l’esecuzione dei “castelli” perché bisogna mettersi uno sopra all’altro formando delle torri e se le prese non sono corrette si può cadere».
Quando hai affrontato la tua prima gara?
«A otto anni. Avevo un po’ di ansia ma alla fine siamo arrivati terzi nella gara a coppie, ottenendo una medaglia di bronzo».
Chi vi realizza i costumi?
«Vengono realizzati appositamente per noi da una sartoria specializzata e a fine gara possiamo conservarli».
Sappiamo che hai vinto una borsa di studio negli anni scorsi e a scuola sei molto brava, ma come fai?
«Mi organizzo e non mi scoraggio, guardo sempre avanti. Faccio i compiti prima o dopo gli allenamenti. Vado a dormire presto. Ho anche la fortuna di frequentare una scuola che riconosce lo studente-atleta e mi supporta in tutto. I miei insegnanti non mi hanno mai ostacolato e ho un buon rapporto con loro».
Perché hai scelto proprio il Convitto e cosa ti piace di più di questa scuola?
«Lo aveva frequentato anche mio fratello e si era trovato benissimo, per questo non ho avuto dubbi al momento di scegliere la scuola secondaria di I grado. Quello che mi piace di più del Convitto è sicuramente l’aspetto internazionale: ad esempio, l’anno scorso ho partecipato al viaggio-studio in Regno Unito e mi sono divertita tantissimo. L’inglese è molto importante per il mio sport, quando faccio le gare europee e mondiali comunichiamo in questa lingua per cui è fondamentale studiarlo bene. Il martedì mi trattengo a mensa e al semiconvitto per stare con le mie amiche e fare i compiti insieme a loro; anche questa è un’esperienza significativa per me ed è l’unico giorno in cui posticipo gli allenamenti per poter stare a scuola fino a metà pomeriggio. Una curiosità: noi di ginnastica aerobica ci alleniamo proprio nella palestra del Convitto, la sede storica in via Mameli».
Che rapporto hai con la tua allenatrice e con la tua squadra?
«Arianna Ciucci è un’insegnante severa ed è giusto che sia così, altrimenti non riusciremmo a raggiungere certi livelli, ma è anche simpatica. Con i miei compagni di squadra ho un rapporto molto stretto e bello: forse è questo il segreto del fatto che, quando ci esibiamo, siamo perfettamente coordinati e in armonia».
Qual è l’esercizio che ti viene meglio?
«Credo la piroetta, che consiste nel fare due giri in passè con una gamba alzata».
Cosa fai di solito poco prima di una gara? Come fai a gestire l’ansia?
«Ripasso la coreografia in modo da rimanere concentratissima. Una volta salita in pedana, l’ansia sparisce».
Segui una dieta particolare?
«No, a questa età io posso mangiare quello che voglio, ma quando cambierò di categoria, tra qualche anno, dovrò seguire una dieta specifica».
L’impegno di Anna Pinzi, sia nella scuola che nello sport, è stato riconosciuto anche dalla nostra dirigente scolastica, Roberta Ciampechini che, in una cerimonia intensa, tenutasi nella palestra del nostro Istituto nello scorso mese, ha consegnato ad Anna, a nome di tutto il personale della scuola, un diploma di eccellenza per meriti sportivi, premiando così la capacità di ottenere grandi risultati senza trascurare lo studio. Abbiamo assistito alla cerimonia insieme ad altre classi e ci ha colpito il discorso della Ciampechini: «Ci sono passioni che, pur impegnandoci, invece di toglierci energie, ci danno tantissimo ed apportano positività in tutti gli altri campi della nostra vita. Il messaggio che sento di darvi in occasione di questo bellissimo evento è dunque quello di coltivare passioni, perché ci regalano luce, felicità, energia e non sottraggono nulla. Le soddisfazioni si ottengono solo quando ci si impegna con lo studio intenso e con il duro lavoro, per questo mi congratulo con Anna Pinzi per il suo eccezionale valore, che l’ha portata a raggiungere traguardi così alti, un esempio per tutti noi».
Nella stessa occasione, la professoressa Paola Caschera ha premiato anche la nostra classe 2B, per aver vinto nello scorso anno la fase di Istituto nella gara “Corri, salta, lancia”: a ognuno di noi è stata donata una maglietta di “Tutti in Campo”. Un altro esempio di onore al merito sportivo.