lunedì, Dicembre 23, 2024

«Ciascuno di noi nel suo piccolo
può contrastare le mafie»
Benedetta Mazzieri lotta per la legalità

L'INTERVISTA del reporter junior Leonardo Luchetti alla studentessa di Giurisprudenza che guida il presidio Libera a Macerata

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Benedetta Mazzieri

di Leonardo Luchetti*

Benedetta Mazzieri, 24 anni, è nata a Terni, è una giovane e brillante studentessa di Giurisprudenza a Macerata, motivo per cui passa moltissimo tempo nella nostra provincia. Data la sua passione per la legalità e la lotta contro le mafie; si è candidata a referente del presidio di Libera Macerata “Ciro Colonna” ed insieme a dei volontari e volontarie hanno dato vita a questo ambizioso progetto.

Cosa l’ha portata ad iscriversi a Giurisprudenza?
«Non c’è stata una sola cosa, è stato un insieme di tante piccole cose per le quali ho iniziato ad appassionarmi. In principio c’è stata la storia dei giudici Falcone e Borsellino riguardo la quale ho iniziato ad informarmi e leggendo mi ha sempre di più incuriosito il percorso di Giurisprudenza. Dopo il diploma ho deciso quindi di iniziare quest’avventura chiamata università, però senza dubbio diciamo che se non avessi incontrato le figure di questi due giudici e di varie vittime innocenti di mafia di cui ho letto la storia, magari farei altro, nonostante la legalità mi sia sempre interessata».

Nella sua vita si sta impegnando nella lotta alle mafie, come lo sti facendo e cosa l’ha spinta a farlo?
«Nel mio percorso è stata importantissimo il Presidio di Libera Macerata, ci siamo costituiti il 12 dicembre del 2020, da pochissimo, e dopo vari mesi di formazione su quanto il problema dell’infiltrazione delle mafie sia grave, e sulla possibilità di combatterli come cittadinanza, abbiamo deciso di dar vita al Presidio. Abbiamo iniziato prima di tutto a conoscere la situazione nella nostra provincia e a capire le problematiche legate all’illegalità, e quello che abbiamo visto è che ce ne sono molte, abbiamo registrato purtroppo tanti casi di caporalato (intermediazione illegale e sfruttamento di lavoratori irregolari) legati all’agricoltura e al settore dei cantieri. Abbiamo iniziato a fare formazione e sensibilizzazione su queste situazioni per far capire che queste cose non sono lontane da noi, anzi potremmo trovarle sotto casa, dato che l’abbiamo riscontrata per esempio a Recanati e a Montelupone. In seguito abbiamo cercato anche di portare questa consapevolezza ai ragazzi, quindi abbiamo lavorato negli scout, con le scuole medie e con una scuola primaria per far comprendere che ciascuno di noi nel suo  piccolo può dare un suo contributo per contrastare la corruzione e le mafie».

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Ciro Colonna

Il presidio Libera di Macerata, è intitolata a Ciro Colonna, qual è la sua storia?
«Ciro Colonna era un ragazzo di 17 anni, di Ponticelli, un quartiere periferico di Napoli, e purtroppo lui è stato una delle troppe vittime innocenti delle mafie in particolare ad ucciderlo è stata la camorra. Si trovava nel circolo ricreativo del quartiere, aspettando un suo amico, quando improvvisamente entrarono dei camorristi che sparano all’impazzata e purtroppo tra le persone colpite ci fu anche Ciro che morì lì sul colpo. Questo evento fu un enorme scossone per tutti gli abitanti del quartiere in questione che invece di stare in silenzio, hanno deciso di rimboccarsi le maniche per non permettere, che ad un altro ragazzo accadesse quanto successo a Ciro Colonna. Gli abitanti hanno messo apposto diversi campetti e costruito un centro polifunzionale dove i ragazzi potevano e tutt’ora possono stare insieme e sicuri. Nonostante questo ancora oggi i camorristi in quelle zone piazzano delle vere e proprie bombe, a Napoli tantissime sono piazzate tra i palazzi, proprio sui marciapiedi; non ci sono state vittime per puro caso, perché se qualcuno fosse passato lì in quel momento minimo veniva ferito; tuttavia i cittadini continuano a scendere sempre in piazza, a cercare sempre di rimettere a posto gli spazi che i camorristi invece rovinano e degradano e a organizzare delle attività per i giovani del quartiere per dire che l’alternativa c’è. Quindi ci ha colpito la sua storia e la forza di volontà dei suoi concittadini e vogliamo raccontarla nelle scuole, negli eventi, perché pensiamo che possa servire moltissimo a tutti».

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Come procedono gli studi, e una volta finiti quali progetti hai per il futuro?

Gli studi procedono bene, mi mancano quattro esami e sto iniziando a pensare alla tesi e per il futuro in realtà ho tante idee che vagano in mente ma ancora non riesco a capire su cosa buttarmi perché mi piacerebbe fare tante cose ma naturalmente devo scegliere; l’unica cosa che so per certo e che dopo la laurea mi piacerebbe fare il tirocinio in procura per poi cercare di prendere l’abilitazione per diventare avvocatessa. Poi parlando come presidio di Libera Macerata un progetto futuro che vorremmo portare a termine in collaborazione con altre associazioni e UniMc è quello di realizzare un video documentario proprio sul caporalato nei cantieri in provincia di Macerata. Nel documentario si trattano i cantieri che hanno costruito le casette S.A.E., dove sono state avviate delle indagini proprio per caporalato e quindi volevamo raccontare il punto di vista dei lavoratori; inizieremo le riprese intorno a febbraio- marzo e poi ad aprile presenteremo questo video, il contributo dell’università è importantissimo e siamo felicissimi di farlo tutti insieme anche con le varie associazioni».

*Leonardo Luchetti, reporter junior 

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