lunedì, Dicembre 23, 2024

I meandri di una mente in lockdown
portati in scena al Vaccaj

VOCI DAL TEATRO - La recensione di Eva Diomedi che ha assistito allo spettacolo “Panico ma rosa (dal diario di un non intubabile)” con Alessandro Benvenuti

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 Ormai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da cinque studenti e studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Quest’anno con la riapertura dei teatri è ripartito anche il progetto che vede coinvolti Francesca Feliziani e Sofia Lacava del III A liceo scientifico, Leonardo Cruciani, Eva Diomedi e Francesco Feliziani del III A classico, sotto la guida e la supervisione delle docenti referenti del progetto, Cristina Lembo e Sandra Cola.

di Eva Diomedi*

Il talentuoso Alessandro Benvenuti ha portato in scena il 2 dicembre, al teatro Nicola Vaccaj di Tolentino, il suo spettacolo “Panico ma rosa (dal diario di un non intubabile)”. L’attore conduce lo spettatore nei meandri della mente di un uomo che, rinchiuso in casa per via del lockdown, si sente sempre più smarrito, mostra segni di pazzia e fa sogni bizzarri. Vengono ricostruiti i suoi assurdi pensieri, con magistrale comicità, ma anche realismo. Traspaiono una grande sincerità e una sofferenza di fondo, sdrammatizzata, però, con arguto umorismo. Il linguaggio utilizzato è del tutto congeniale all’opera: frasi che si susseguono incalzanti, deliranti, sempre caratterizzate da una comicità originale e alternativa.

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Lo spettacolo si propone di far riflettere sugli effetti che la pandemia ha avuto su ciascuno di noi, sdrammatizzandoli ed esprimendo un messaggio molto importante, sottolineato da una citazione di Einstein, nella conclusione dell’opera: «Non pretendiamo che le cose cambino se continuiamo a farle nello stesso modo. La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. Chi attribuisce le proprie sconfitte e i propri errori alla crisi, violenta il proprio talento e mostra maggior interesse per i problemi piuttosto che per le soluzioni. La vera crisi è l’incompetenza. Il più grande difetto delle persone e delle nazioni è la pigrizia nel trovare soluzioni».
“Panico ma rosa (dal diario di un non intubabile)” è uno spettacolo che mette in scena ciò che di più intimo c’è nell’uomo: la sua mente, i suoi pensieri, il suo modo di reagire a situazioni che lo sovrastano e lo fanno smarrire, le ferite profonde che esse provocano in lui. È uno spettacolo che grida alla rinascita, che sprona a ricomporre i propri pensieri, a scrollarsi di dosso quelli deliranti e a trovare nella crisi il seme che porterà a una propria nuova fioritura.

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Benvenuti con la redazione di Voci dal teatro

Intervistando Alessandro Benvenuti dopo lo spettacolo, gli abbiamo chiesto come sia avvenuta la stesura dell’opera. Ci ha raccontato che durante la pandemia aveva un diario in cui scriveva i suoi pensieri e poi li faceva leggere alla sua famiglia. Delle centosettanta pagine totali, poi, ne ha selezionate trentatré, con le quali ha costruito la sua opera. L’ha trovata un’esperienza molto divertente, anche grazie alla condivisione con la sua famiglia e all’aiuto di sua figlia Carlotta.

*Eva Diomedi, 3A liceo classico “Filelfo” di Tolentino

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