lunedì, Dicembre 23, 2024

Percorsi resistenti,
alla ricerca delle donne partigiane
della banda Mario (Video)

MACERATA - Leonardo Moretti della classe 3D racconta la premiazione del progetto che ha vinto la sezione biografie femminili al concorso "Sulle vie della parità nelle Marche"

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Leonardo Moretti con le prof Casilio e Taruferi

Un viaggio virtuale ma non per questo meno significativo sul Monte San Vicino. E’ quello che ha compiuto la classe 3D dell’Ipsia “Corridoni” attraverso le tracce lasciate dai partigiani e in particolare dalle partigiane della banda Mario. Il video realizzato dalla classe ha vinto il premio Biografie femminili al concorso “Sulle vie della parità nelle Marche”. Scopriamo di più nell’articolo di Leonardo Moretti pubblicato su BlogIpsia 

di Leonardo Moretti

Eccoci qua un’altra volta con un nuovo e (spero) fantastico articolo. Questa volta sarà un articolo speciale perché riguarda la premiazione del concorso didattico “Sulle vie della parità nelle Marche” organizzato dall’Osservatorio di Genere a cui la mia classe, la 3D, ha partecipato con il progetto “Percorsi resistenti” realizzato due mesi fa un po’ a scuola un po’ in DaD. “Percorsi resistenti” si è aggiudicato il premio Biografie femminili.

In cosa consiste?

Il nostro progetto racconta le storie dei partigiani e delle partigiane che sugli Appennini lottavano contro il nazifascismo. Noi abbiamo scelto di concentrarci sul Monte San Vicino, andando alla ricerca delle donne partigiane che percorrevano quei sentieri, per poi creare un tracciato di rotta e seguire virtualmente le loro orme. Per chi si è perso l’articolo in cui le prof raccontano questo progetto di matematica e educazione civica, vi consiglio di andare a leggerlo (clicca qui)… anzi mi raccomando, seguite il BlogIPSIA e non perdete nessun articolo!

ipsia_leonardo_morettiRitorniamo alla premiazione che si è svolta lunedì mattina al Polo di Informatica dell’Università di Camerino.

La premiazione iniziava alle 10,30 ma io, la prof Silvia Casilio e la prof Silvia Tartuferi siamo arrivati verso le 10. Dopo un po’, l’aula ha iniziato a riempirsi. Erano presenti qualche studente e qualche studentessa, accompagnati dalle professoresse mentre altri erano a distanza.

Oltre agli studenti e alle studentesse, al prorettore dell’Università di Camerino, la prorettrice alle pari opportunità Barbara Re (che a breve verrà a trovarci a scuola) e il prof. Blasetti del Sistema Museale di UniCam erano presenti le rappresentanti dell’Osservatorio di Genere, l’Ambito Territoriale 15, la Uil e la Cisl mentre a distanza c’erano i rappresentanti degli altri partner del concorso.

Un’ansia… dalle 10:15 in poi ho provato solo ansia.
Il motivo dell’ansia era perché dovevo raccontare in 5 minuti il nostro progetto, così come tutte le altre scuole premiate. Tra casa, scuola, in auto e poi in aula aspettando il mio turno avrò ripetuto il mio discorso minimo minimo 20 volte.

Alle 10.30, minuto più minuto meno, la cerimonia ha avuto inizio: si sono avvicendati il prorettore, tutti i partner e l’Osservatorio di Genere per parlare dei progetti arrivati e del concorso. Sono state presentate anche alcune artiste che hanno realizzato le opere che poi sono state regalate alle scuole vincitrici.

E infine è arrivato il turno di noi studenti. Il problema è che io sono stato il primo a dover parlare… mamma mia.

Hanno chiamato me e la prof. Tartuferi, ci hanno fatto sedere davanti alla telecamera, mi hanno posizionato davanti al microfono e… ho incominciato a parlare. Penso di essere andato bene (spero) le prof dicono di sì, quindi dai, mi fido.

Quando ho finito il mio discorso ci hanno consegnato il premio, al suo interno c’erano vari libri, un bellissimo calendario, l’opera realizzata da Elena Borioni per noi e un buono per l’acquisto di materiale didattico…

La procedura è stata la stessa con tutte le scuole presenti in aula e a distanza che si erano aggiudicate i vari premi del concorso.

È stata un’esperienza fantastica, ma molto ansiogena!!! Spero davvero che si ripeta perché mi è piaciuto essere premiato e poi… fare il giornalista mi diverte molto, si vede?

 

 

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