lunedì, Dicembre 23, 2024

Insegnare a scrivere una lettera

MUSEO DELLA SCUOLA - La didattica epistolare era prevista dai programmi di insegnamento e i libri di testo, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento e serviva anche a fornire modelli di comportamento cui uniformarsi.

a cura di Logo_MDS_Unimc

Lo sapevate la scuola si è a lungo occupata, fin dai tempi dell’unità d’Italia, di insegnare ad alunne e alunni a scrivere una lettera? Si chiama didattica epistolare: era prevista dai programmi di insegnamento e i libri di testo, almeno fino agli anni Sessanta del Novecento, contenevano molti esempi di lettere inventate dagli autori scolastici.
I protagonisti di questi testi erano bambini giudiziosi che, con il loro comportamento descritto nelle lettere, avrebbero dovuto dare il buon esempio ai giovani lettori. Le lettere esemplari assegnavano infatti a ciascun soggetto – fosse il mittente, il destinatario o il protagonista degli aneddoti raccontati – identità, status, ruoli e aspettative ben precise. Quei componimenti avevano precisamente l’obiettivo di avviare il bambino nelle sue scelte e nei suoi modelli di vita, ancorandoli a quei valori tipici dell’epoca espressi da una specifica classe sociale. E poi dovevano, soprattutto, educare, nel senso più pieno del termine.
Leggete ad esempio questa lettera pubblicata in un libro di scuola a fine Ottocento volta a formare le bambine al pudore e a evitare ogni vanità:

museo_scuola_lettere-1-857x1024Mia cara Eginia,
La Marietta mi portò la tua rosa. Oh io non ne ho più vedute di così belle! Avrei voluto conservarla per molti giorni; ma la sua beltà non durò che poche ore, ed io la vidi disfarsi intieramente. – V’ha delle fanciulle che tanto invaniscono della loro bellezza! Povere sciocche! Esse non sanno che tanto dura quanto la vita di un fiore.
Addio, mia buona Eginia, ama sempre la tua
Giulietta

In questo testo, invece, è un padre a incaricarsi del compito di educare il giovane figlio, inviato in collegio:

Da bravo, Felicino, sii valente, studia, fatti onore, e sappi che la tua letterina ci ha dato molta consolazione. Ringrazia ogni giorno il Signore che ti ha dotato di buon ingegno. Impiega bene il tempo e sii virtuoso sopra tutto.
Tu pur lo sai, io non penso che a te, e non ho cosa più diletta de’ miei figli: cresci saggio, istruito e virtuoso, e mi farai felice.

museo_scuola_lettere-2-1024x471Anche le regole stilistiche e formali secondo cui doveva essere scritta la lettera, chiamate “grammatica epistolare”, rispecchiavano una precisa visione del mondo, garanzia di ordine sociale. Esse rimandavano a una gerarchia di rapporti statica e dai confini definiti, nella quale ogni mittente doveva essere in grado di collocarsi. Pensate alle intestazioni, nelle quali si scatenava la classificazione del genere umano secondo titoli e cariche. Le lettere, infatti, erano indirizzate a eccellentissimi, illustrissimi, stimatissimi destinatari, ed erano chiuse con formule quali «la saluta l’umilissimo e obbligatissimo servitore suo».
museo_scuola_lettere-3-1024x466Avete visto? Una semplice letterina, come quelle di Natale, nella scuola del passato serviva non solo a insegnare la scrittura, ma anche a fornire modelli di comportamento cui uniformarsi.
E voi? Avete conservato le vostre letterine degli anni di scuola? Anche voi avete promesso, in occasione delle festività, di essere buoni e obbedienti? Allora sappiate che non siete stati i primi e che, anzi, c’è una lunghissima tradizione.

 

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