lunedì, Dicembre 23, 2024

Quando l’educazione era razzista:
80 anni fa le leggi sulle scuole
nelle colonie in Africa

STORIA - Terza puntata con la rubrica curata dal Museo della scuola "Paolo e Ornella Ricca"

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Terzo appuntamento con la rubrica settimanale curata dal Museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca”. La scorsa settimana, ti abbiamo raccontato come l’igiene personale era fondamentale nella scuola del Novecento. Questa volta, invece, ti spiegheremo che 80 anni fa, durante il fascismo, fu emanata una legge che vietava alle persone nate da padre italiano e madre africana che vivevano nelle colonie italiane in Africa di frequentare sia le scuole italiane, sia i collegi religiosi: potevano frequentare esclusivamente le scuole per gli africani. All’epoca il razzismo era molto accentuato, e iniziò a coinvolgere, oltre agli africani, anche gli italo-africani.

a cura di

Logo_MDS_Unimc«Le colonie italiane in Africa sono state la Libia (1912-1943), l’Eritrea (1890-1941), la Somalia (1908-1941) e l’Etiopia (1936-1941). I rapporti degli italiani con gli africani erano caratterizzati dalla discriminazione razziale. Le scuole erano infatti separate: furono aperte scuole riservate solo agli italiani, mentre gli africani potevano frequentare scuole dove la qualità dell’istruzione lasciava davvero a desiderare. Ma c’è un’altra categoria di persone da considerare: gli italo-africani, cioè i nati da padre italiano e da madre africana. I pochi italo-africani i cui padri si erano assunta la responsabilità di essere genitori acquisivano la cittadinanza italiana e quindi potevano frequentare o le scuole italiane o i collegi religiosi tenuti dai missionari cattolici, dove, comunque, ricevevano un’istruzione di tipo italiano, cioè imparavano la nostra lingua e la nostra cultura. I tanti italo-africani, invece, che erano stati abbandonati dai padri, non erano ammessi alle scuole italiane, ma potevano essere accolti nei collegi religiosi.

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Quaderno per l’insegnamento della lingua italiana a Bengasi

Con il fascismo (1922-1943), il razzismo si accentuò e coinvolse, oltre che gli africani, anche gli italo-africani. Secondo le teorie razziste fasciste, gli africani erano inferiori agli italiani, ma lo erano anche gli italo-africani a causa delle origini per metà africane. Fu così che il 13 maggio 1940 fu emanata una legge che vietava agli italo-africani di frequentare sia le scuole italiane sia i collegi religiosi; essi potevano frequentare esclusivamente le scuole per gli africani. Oggi si ricordano gli 80 anni dall’emanazione di quella legge. Nel Museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca” sono conservate molte testimonianze di un modello scolastico, quello realizzato sotto il regime fascista, in cui si faceva largo riferimento alle colonie e a un’educazione di tipo razzista».

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La tavola delle razze

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