lunedì, Dicembre 23, 2024

“Una corona di starnuti”,
il virus è una favola scritta dalla maestra:
«Così rispondo alle domande»

PORTO RECANATI - Valentina Medori, insegnante e direttrice dell'istituto "Immacolata Concezione" di Loreto, ha scritto la storia, l'ha illustrata e l'ha inviata alle famiglie di alunni e alunne. Protagonista una mostriciattola rosa

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Valentina Medori

di Elisabetta Pugliese

Una mostriciattola tutta rosa con due occhi enormi, le orecchie appuntite e una corona grande e scintillante che provoca starnuti. A chi vi fa pensare questo personaggio nato dalla fantasia di Valentina Medori, maestra di Porto Recanati e direttrice dell’istituto “Immacolata Concezione” di Loreto? Ma certo senza dubbio, è il Coronavirus che in questi giorni ti sta tenendo a casa e ti ha fatto cambiare le tue abitudini. 

«In questa situazione, ho voluto esserci a modo mio scrivendo “Una corona di starnuti”, perché i bimbi e le bimbe sono molto confusi così come le mamme e i papà. Hanno il diritto di sapere di più del Coronavirus, ma senza avere paura». Nonostante le scuole chiuse, la maestra di 28 anni non ha voluto rinunciare a restare vicina ai suoi piccoli alunni in questo momento di caos generale, così ha scritto una favola creando appositamente dei disegni e pensando alle parole più giuste per poter spiegare loro cos’è questo virus di cui il mondo intero sta parlando in questi giorni. Originaria di Loreto, la maestra vive attualmente a Porto Recanati, dopo essersi laureata in Scienze dell’educazione e della formazione all’università di Macerata ed aver iniziato a lavorare nella scuola tre anni fa. «L’istituto possiede sia la sezione primavera, che l’infanzia, quindi i bambini e le bambine appartengono ad una fascia dagli 0 ai 6 anni. Sto con loro quotidianamente, cerco di utilizzare sempre un approccio diverso in base alla loro età».

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Si sa che i piccoli sono per natura curiosi, spesso non è facile rispondere alle loro domande: «I miei bimbi e bimbe mi dicono che vogliono saperne di più sulla “bua”, cioè su quello che si dice riguardo la tosse, gli starnuti e la febbre”, mi chiedono tante cose: “Maestra, perché non posso abbracciarti?”, “Perché devo stare in ferie?”, “Perché devo lavare così spesso le manine?”, “Perché non posso dare i bacini?”. In alcuni momenti vedono le mascherine in giro per la città, chiedendosi chi siano quegli “uomini misteriosi”; a loro ho risposto che si tratta di mascherine magiche, come quelle che loro mettevano per Carnevale, e che non dovevano averne paura». Ha sentito di seguire la sua vocazione di maestra, Valentina, di dover restare accanto ai piccoli e ai loro genitori nonostante la chiusura delle scuole abbia portato ad una “distanza forzata”: «La storia l’ho scritta per tranquillizzare i miei alunni ed alunne, le loro mamme e i loro papà – ha spiegato la Medori – che ovviamente si chiedono: “Come spiego a mio figlio o a mia figlia ciò che sta accadendo senza spaventarli?”. Ho pensato alle parole giuste, per poter dire loro la verità e rasserenarli, facendo anche dei disegni con colori vivaci per rendere il tutto più piacevole. Non posso e non voglio illuderli, ho sempre insegnato loro che le bugie non si dicono: devo essere coerente e sincera, non li abbandonerò».

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Non si sa come e quando tutto questo finirà e il Coronavirus potrà essere finalmente risolto, anche il finale della storia è rimasto generico, ma con un messaggio di grande speranza: «Prima o poi se ne andrà, questo è quello che ho tenuto a dire ai miei bambini e bambine, anche se ancora non sappiamo nulla a riguardo. Ma non potrà esserci per sempre, ce la faremo e torneremo insieme. Per il momento, però, devo fare del mio meglio per supportare i genitori e consolarli – ha spiegato la maestra – io e le mie colleghe stiamo già preparando delle attività, una maestra ad esempio si sta occupando di costruire un teatrino del Kamishibai, una tecnica in cui, in un palcoscenico di cartone, scorrono delle immagini e una voce narrante racconta la storia. Stiamo creando delle altre favole e dei video, attraverso cui i nostri piccoli potranno continuare a stare con noi. Mi piace pensare che vedere la propria maestra un pò consoli».

La favola “Una corona di starnuti” di Valentina Medori:

 

 

 

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