di Francesca Urbani
Oggi è il compleanno di Macerata. Festeggia ben 880 anni e, c’è da dirlo, se li porta davvero bene. E’ una signora d’altri tempi, è vero e fa fatica a stare il passo con la modernità, ma forse anche per questo mantiene intatto il suo fascino. Macerata è diventata libero comune nel 1138 quando, davanti alla cattedrale (che all’epoca non c’era ancora e oggi è purtroppo ancora chiusa a causa del sisma) il vescovo di Fermo Liberto sancì la fusione di Castrum Maceratae, circondato da mura, e Podium Sancti Iuliani. Già allora San Giuliano fu scelto come protettore. Il santo si festeggiava a gennaio ma le temperature rigide e il maltempo a un certo punto, spinsero le autorità cittadine a spostare i festeggiamenti alla fine dell’estate. Tanto che, molto spesso, a San Giuliano si registrano acquazzoni e vento e i maceratesi ipotizzano che sia proprio San Giuliano che, non avendo molto gradito lo spostamento, vuole ricordare la sua vera festa.
Tornando a Macerata, i primi storici che si occuparono delle origini della nostra provincia si infatuarono dell’idea che potesse essere la figlia di Helvia Recina nata vicino al fiume Potenza dove San Giuliano e sua moglie, racconta la leggenda, salvarono l’uomo che poi scoprirono essere un angelo. Macerata è nata più probabilmente, invece, in luoghi in cui erano delle macerie, pietre o mattoni di vecchie costruzioni che venivano indicati col nome macera, resti di muretti a secco costruiti da pastori oppure di un vecchio centro romano con cui vennero edificate delle fortificazioni che gli abitanti usavano per proteggersi e per questo venivano chiamati maceratinis cioè popolo che vive protetto da mura, oppure quelli che vivono recintati da muretti ed il territorio dove primi abitanti decisero di insediarsi potrebbe essere la zona di Santa Croce.
Un’altra ipotesi invece è che il nome Macerata arrivi dall’arte di macerare la canapa che era nel Medio Evo molto diffusa nelle nostre zone.
Qualunque sia la sua origine, questi sono per la città giorni di grande festa.
