Ci sono tanti modi di raccontare la storia e tante prospettive da cui può essere raccontata. Come è successo venerdì scorso al liceo classico Leopardi di Macerata è stato, di certo, un tentativo desueto. Gli studenti delle classi quinte hanno assistito e partecipato alla lettura (non globale) del romanzo “Alba” scritto da Guido Perosino; vi si racconta la storia del babbo che, nativo di quella cittadina piemontese, così viene chiamato fra gli “sbandati” delle Langhe piemontesi. Dopo gli onori di casa della dirigente Annamaria Marcantonelli è stato Guido Perosino ad introdurre l’argomento, lasciando immediatamente dopo alla lettura medesima ogni altro commento. Si sono alternati al leggio Mattia Giustozzi, Matteo Polimanti e Leonardo Sperandini, mentre ha accompagnato tutto il racconto, con le note del suo violino, Benedetta Nasini.
“Alba” racconta le avventure di un giovane di quindicenne che sfugge all’arruolamento nei Balilla fuggendo sui monti dove si trovano i partigiani; è una lettura della Resistenza molto differente rispetto a quella classica, almeno vista da un’altra parte politica; vi si trovano tanti elementi sorprendenti, soprattutto riferiti alle attività che tanti giovani esercitavano in quel periodo, che non hanno nulla di eroico certe volte, ma che comunque hanno fatto parte della storia più piccola delle comunità italiane di quei tempi. “Alba” alla fine della sua esperienza non avrà ucciso nessuno: ma non per questo sarà stata meno importante la sua storia di “resistente”. La mattinata si è conclusa con alcuni interventi degli studenti indirizzati all’autore che moto volentieri ha anche arricchito la storia di citazioni, esperienze personali, luoghi vissuti e visioni naturalistiche mozzafiato, con diversi riferimenti anche allo scrittore Beppe Fenoglio.