lunedì, Dicembre 23, 2024

La notte di D’Annunzio

La recensione dello spettacolo "D'Annunzio segreto", messo in scena domenica 28 gennaio gennaio al teatro Politeama di Tolentino nell'ambito della rassegna "Il piccolo grande teatro" del Politeama. I ragazzi dell'istituto Filelfo che partecipano al progetto "Voci dal Teatro" sono Francesca Mattiacci, Emma Scinti Roger, Edoardo Costantini, Michele Polisano, Chiara Mochi.

La recensione dello spettacolo “D’Annunzio segreto“, messo in scena domenica 28 gennaio gennaio al teatro Politeama di Tolentino nell’ambito della rassegna “Il piccolo grande teatro” del Politeama. I ragazzi dell’istituto Filelfo che partecipano al progetto “Voci dal Teatro” sono Francesca Mattiacci, Emma Scinti Roger, Edoardo Costantini, Michele Polisano, Chiara Mochi.

di Chiara Mochi

Domenica 28 gennaio alle 17:30, il sipario del Politeama di Tolentino si è aperto sulle stanze del “Vittoriale degli italiani”, ultimo capolavoro donato dal celebre poeta Gabriele D’Annunzio all’Italia. “D’Annunzio segreto”, titolo dello spettacolo, è un’opera nata dalla collaborazione del regista Francesco Sala con Edoardo Sylos Labini per rendere omaggio ad una delle figure più suggestive e controverse del Novecento italiano. Gabriele D’Annunzio appare nella villa di Gardone Riviera, dove trascorrerà dal 1921 gli ultimi anni della propria vita in un esilio volontario che lo vede sempre più distante dalla vita politica per dedicarsi al culto supremo dell’arte. Travolto di giorno dall’ardente passione per le sue numerose amanti e dai ricordi delle sue celebri imprese e delle sue opere letterarie, il D’Annunzio superuomo diventa di notte un uomo malinconico e fragile al pensiero del vuoto che stanno scavando in lui la vecchiaia e il rimpianto per la perdita del vero amore della sua vita, l’attrice Eleonora Duse.

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Il testo è stato recitato con intenso pathos da Edoardo Sylos Labini nelle sontuose vesti del vate e da Viola Pornaro, che lo ha affiancato sul palco nel ruolo della famosa attrice Eleonora Duse, insieme alla voce narrante del regista, in scena per sostituire le figure femminili di Amélie Mazoyer, Luisa Baccara, Marie Hardouin mancanti in questa versione, e per guidare il pubblico ad un ascolto più consapevole. La rappresentazione, che a tratti ha quindi assunto le forme di una lezione più che di un tradizionale spettacolo teatrale, ha presentato alcuni degli aspetti emblematici dell’estetismo dannunziano, dalla cura formale dell’opera d’arte alla ridondanza e l’opulenza della sua abitazione, trasformata anch’essa in un’opera d’arte come la sua stessa vita. Ma tutta la forza del poeta veggente, nietzscheano, superomista, tendenzialmente anarchico, che esaltò la sua vita e la sua produzione e inseguì lo sfrenato desiderio di lusso servendosi del fascismo, lascia intravedere in quest’opera teatrale una figura anche segnata dal tempo e dagli errori commessi, rivissuti e rivelati in segreto dal poeta nelle sue ultime ore. Lo spettacolo si è concluso con una poetica interpretazione de La pioggia nel pineto, forse la lirica più conosciuta e significativa della musicalità, della ricerca della bellezza e di quel panismo decadente che attraverso l’identificazione con la natura permette di godere a pieno delle sensazioni provate, fino a poter dire, con le parole sommo esteta italiano, “non chi più soffre, ma chi più gode conosce”.

Il Politeama invita ad un nuovo appuntamento con l’arte sabato 3 febbraio alle 21,15, questa volta in un percorso musicale dal titolo “Poésia De Tango”.

 

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