
Dai neologismi di Dante a quelli della generazione Zeta: è stato un percorso coinvolgente quello che hanno fatto le classi seconde della scuola secondaria di I grado “Dante Alighieri” di Macerata con la professoressa del Liceo classico-linguistico Laura Crucianelli, in occasione del Dantedì, ricorrenza che si celebra ogni anno il 25 di marzo, data del 1300 che si ritiene segni l’inizio del viaggio dantesco nella “Divina Commedia”.
L’evento, dal titolo “Trasumanar per verba”, si è svolto nell’Aula Magna dell’Istituto ed ha avuto come tema il linguaggio di Dante tra neologismi e prestiti. Il titolo è stato ripreso dal I Canto del Paradiso ed esprime la necessità sentita dal Sommo Poeta di oltrepassare i limiti del linguaggio umano conosciuto per descrivere l’immensità e la profondità della Grazia divina.
«La professoressa – racconta Irene -con una slide ci ha prima ricordato velocemente la struttura dell’opera e dei tre regni ultraterreni e poi si è a lungo soffermata sul linguaggio e sulle espressioni utilizzate da Dante. In particolare abbiamo notato e riflettuto sul fatto che alcune espressioni sono usate ancora oggi in maniera del tutto naturale ignorandone l’origine. Ad esempio senza infamia e senza lode oppure a viso aperto o ancora stai fresco e degno di nota sono tutte espressioni presenti per la prima volta proprio nella “Divina Commedia”». Ma tanti sono anche i neologismi inventati da Dante per esprimere concetti o emozioni che non trovavano giusta resa nel lessico fino ad allora conosciuto. «Ad esempio – aggiunge Marta – troviamo verbi come incielare (innalzare alla beatitudine celeste), imparadisar (che esalta a gioie paradisiache), indiare (innalzare a Dio) ed appunto trasumanar (superare i limiti umani)».
«Successivamente – racconta Luca – la professoressa Crucianelli si è divertita con noi a ricercare le parole tanto comuni tra ragazzi e ragazze della generazione zeta…i nostri neologismi. E così è scaturita una gara tra chi conosceva più termini dello slang: chillare, cringiare, flexare, blastare, triggare e cosi via»
«Alla fine dell’incontro abbiamo svolto un’attività a coppie – conclude Francesco – in cui dovevamo scrivere una breve storiella in rima utilizzando sia i neologismi danteschi, sia i termini del nostro gergo giovanile. Quando la professoressa ha letto i testi ci siamo divertiti davvero tanto. Filastrocche alcune buffe altre serie che ci hanno permesso di cogliere divertendoci la portata rivoluzionaria e moderna dell’ operazione linguistica fatta dal Poeta fiorentino ben otto secoli fa». «Alla fine – conclude Matteo – ci siamo presi pure i complimenti della professoressa Crucianelli che ci ha detto che dai nostri testi si capiva bene che conoscevamo molte cose sul poema dantesco e che eravamo davvero preparati. E’ stato davvero un bel modo di celebrare questa ricorrenza tanto sentita da noi alunni ed alunne della “Dante Alighieri”».