
La storia del Corpo degli Alpini, ma anche la forza del binomio uomo-cane che si concretizza nelle cosiddette bestie a sei zampe. Sono alcune delle scoperte che hanno fatto alunni e delle alunne delle classi terze della scuola secondaria di I grado “Dante Alighieri” di Macerata martedì 11 febbraio durante il primo dei quattro incontri con il Corpo degli Alpini e dei volontari legati all’Associazione. Il progetto rientra nelle attività previste per l’insegnamento di Educazione Civica.
I ragazzi e le ragazze hanno potuto così conoscere l’interessantissima storia di queste forze armate: i soldati della montagna, uomini addestrati per arrivare in luoghi aspri e impervi. Giovanni Martinelli, ora in pensione ma fino a poco tempo fa coordinatore a livello nazionale dei Gruppi cinofili da soccorso Ana, ha raccontato le origini degli Alpini ed è arrivato poi ad illustrare gli ultimi sviluppi della loro attività; in particolare si è soffermato a parlare di come si addestrano i cani delle Unità Cinofile del Soccorso alpino. Al termine delle due guerre mondiali gli interventi di questi eroi sono stati rivolti soprattutto alla ricostruzione di chiese ed edifici, mentre nel 1963 c’è stato il primo intervento di protezione civile dopo il disastro della diga del Vajont. Da quel momento il loro motto non è stato più Ovunque per chiunque, ma Ricordiamo i morti aiutando i vivi. Nel 1976 dopo il terremoto in Friuli è nata la Protezione Civile Associazione Nazionale Alpini che ha dato poi il suo contributo anche in Irpinia nel sisma del 1980.
In Italia queste sono anche le prime occasioni in cui vengono usati i cani da soccorso: cani che provengono da tutto il mondo come i Border Collie pressoché sconosciuti sul suolo italiano fino ad allora.
In quella circostanza è nata anche l’idea di iniziare ad addestrarli nel nostro Paese.
I primi quattro cani addestrati sono cuccioli di pastore tedesco – tre maschi e una femmina. Gli studi sono stati fatti all’estero e nel 1986 è nata la prima sezione dei Gruppi cinofili da soccorso Ana a Bergamo.
I primi esami Enci vengono già sostenuti negli anni Novanta.
Al 1996 risalgono i primi soccorsi in acqua con i cani, nel Lago di Garda.
Oggi si contano più di 2000 interventi a livello nazionale, a cui si aggiungono decine di interventi svolti a livello internazionale, con una media di 70-80 interventi l’anno.
L’unità cinofila è costituita da una colonna mobile nazionale, di stanza a Bergamo, composta da un pulmino per i cani, un furgone 4×4 e da 12 operatori.
Per i soccorsi, si usano soprattutto pastori svizzeri, border collie, pastori australiani e labrador selezionati per essere cani che operano sia tra macerie che in superficie.
Sono cani leggeri, veloci, con il muso a canna lunga ed un potenziale olfattivo strabiliante: se si dovessero stendere a tappeto tutte le loro cellule olfattive si coprirebbe una superficie di 150 cmq, un’immensità se paragonata al misero quadratino di 5 cmq delle cellule olfattive dell’uomo. I cani lavorano in team sulle macerie, per 6-8 anni; segnalano la presenza di una persona, ad esempio sotto le macerie, e così danno il via agli scavi.
Alla Secondaria “Dante Alighieri” sono intervenuti non solo rappresentanti degli Alpini ma anche membri dell’unità cinofila di Jesi, fondata nel 1996 e composta da volontari che con i loro amici a 4 zampe (con noi Penny, Doroty, Lux…) si addestrano ogni settimana per essere sempre operativi e pronti ad intervenire al fianco del corpo degli Alpini: sono le cosiddette “ bestie a sei zampe”, binomio indissolubile uomo-cane, tanto utile in fase operativa quanto nella vita quotidiana.
Occorre un anno di addestramento perché i cani diventino operativi al fianco dei team – leader più esperti.
Gli studenti si sono entusiasmati alla vista di come lavorano e di come vengono ricompensati i cani da soccorso: Doroty, ad esempio, ha offerto una piccola dimostrazione con il suo manicotto preferito e una voglia inesauribile di giocare.
Al termine dell’incontro, gli Alpini hanno illustrato ai ragazzi e ragazze la vasta gamma di possibilità che si offre loro per poter conoscere il mondo di questi eroi della montagna. Ad esempio i ragazzi dai 17 ai 24 anni possono partecipare ai campi scuola estivi che ogni anno si tengono in Italia, in diverse località (quest’anno in Sicilia). Forse è ancora presto per studenti e studentesse per pensare alle vacanze, ma di certo non è troppo presto per lasciare il cuore in questa bella esperienza che hanno vissuto.
Per maggiori informazioni www.ana.it/campi-scuola/