domenica, Dicembre 22, 2024

La Locandiera parla in dialetto
e lavora sul litorale marchigiano

VOCI DAL TEATRO - La recensione della rivisitazione in chiave dialettale dell'omonima commedia di Carlo Goldoni andata in scena al teatro Vaccaj di Tolentino e alla quale hanno assistito studenti del Filelfo

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La redazione di voci dal teatro con gli attori e le attrici

Ormai da diversi anni l’IIS Filelfo di Tolentino in collaborazione con Compagnia della Rancia e Cronache Maceratesi Junior porta avanti il progetto “Voci dal teatro”, volto alla sensibilizzazione del linguaggio teatrale da un lato e alla valorizzazione delle eccellenze dall’altro. In particolare una redazione scelta, composta da cinque studenti e studentesse del liceo classico e scientifico, partecipa agli spettacoli della stagione del Teatro Vaccaj di Tolentino in posti riservati, e scrive una breve recensione, arricchita spesso da interviste agli attori. Il progetto vede coinvolti Alessia Reggio, Anita Parrini e Virginia Bagalini della 4A Scientifico, Emma Pucciarelli 3B scientifico, Emma Migliorelli e Sofia Baldassini 3B classico sotto la guida e la supervisione delle docenti referenti del progetto, Cristina Lembo e Sandra Cola.

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La-locandiera-1di Virginia Bagalini e Anita Parrini

La Locandiera, messa in scena al teatro Nicola Vaccaj, è una rivisitazione in chiave dialettale marchigiana dell’omonima commedia di Carlo Goldoni. Sul palco si è esibita l’Associazione culturale Progetto Musical, composta da attori amatoriali legati non soltanto dalla passione per il teatro, ma anche da un’amicizia pluriennale. La direzione impeccabile e sapiente è stata affidata al regista Saverio Marconi.
La protagonista della vicenda è Mirandolina, proprietaria della locanda Maresole, una piccola pensione del litorale marchigiano, che si diverte a prendersi gioco dei suoi clienti, tutti innamorati di lei. Tra questi l’avaro Marchese Filiberto che si vanta del suo titolo nobiliare e il Conte Arbì che ostenta la sua ricchezza, a loro si contrappone l’ingegnere Sciapigotto, l’unico a non cadere ai piedi della donna, almeno inizialmente.
In questo gioco di amore offerto e negato la commedia risulta leggera e frizzante, grazie all’ironia e all’espediente del metateatro, molti sono gli spunti che rimandano comunque alla trattazione di temi profondi come quello dell’emancipazione femminile e della sofferenza amorosa.
La_locandiera_02L’adattamento in vernacolo realizzato da Manu Latini permette, inoltre, di apprezzare le sfumature diverse dei dialetti dell’area maceratese-fermana e di recuperare termini che appartengono al nostro passato più prossimo.
Con l’ausilio di intermezzi musicali, tipici degli anni ‘60, rivisitati anch’essi in chiave dialettale, Saverio Marconi ha voluto attualizzare l’opera.
Grazie quindi alle capacità canore di Cinzia Paoletti, Mirandolina, e Thomas Tossici, l’ingegnere Sciapigotto, sceso anche in platea, il pubblico è portato a partecipare attivamente allo spettacolo cantando con gli attori.
La commedia del ‘700, che è apparentemente distante da noi, si rivela capace di poter coinvolgere tutte le età, adattandosi a una società più moderna e vicina come quella degli anni ‘60, offrendoci la visione di un passato e un presente che mai come in questo spettacolo coincidono.

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