domenica, Dicembre 22, 2024

La tragedia di Edipo
portata sul palco dagli studenti

CAMERINO - Giovani attori e attrici del gruppo "Teatro classico" dei licei Costanza Varano hanno trasformato il Benedetto XIII in un palcoscenico a cielo aperto, con la regia di Giulia Merelli e la supervisione della professoressa Michela Di Paolo, referente del progetto

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Una scena dello spettacolo

L’Edipo Re di Sofocle in scena a Camerino grazie ai giovani attori ed alle giovani attrici del gruppo “Teatro classico” dei licei Costanza Varano di Camerino ha trasformato il Benedetto XIII in un palcoscenico a cielo aperto, con la regia di Giulia Merelli e la supervisione della professoressa Michela Di Paolo, referente del progetto.
Il gruppo ha proposto a Camerino lo spettacolo con cui il liceo è stato selezionato dalla commissione dell’Istituto Nazionale del Dramma antico tra le scuole concorrenti al Festival Internazionale del Teatro classico dei giovani, esibendosi nel teatro greco di Palazzolo Acreide il 19 maggio scorso e assistendo, quindi, grazie ai posti riservati ai giovani attori, agli spettacoli classici a Siracusa de “L’Aiace” di Sofocle”, diretto da Luca Micheletti e della “Fedra” di Euripide, con la regia di Paul Curran. E’ stato un evento importante, che ha permesso alla città di riallacciare i rapporti con l’Inda (Istituto Nazionale del Dramma Antico) di Siracusa, che nel 2012, in occasione del bicentenario del Classico aveva portato lo spettacolo “Antigone” al teatro F.Marchetti con la sua compagnia. Gli alunni e le alunne, dopo una battuta di arresto di vari anni, anche a causa del terremoto e del covid, si sono reinseriti nel circuito di cultura classica più importante d’Europa, vivo da oltre cento anni, che, solo nella stagione scorsa ha annoverato la presenza di oltre 180 mila spettatori a Siracusa, vantando, nel tempo, attori del calibro di Vittorio Gasmann e Giorgio Albertazzi, registi quali Zanussi o Ronconi, traduttori come Pasolini, Quasimodo, Del Corno, solo per citarne alcuni.
edipo-1-1024x768L’Edipo portato in scena dalla numerosa compagnia, coesa nei gesti e nei movimenti corali, proprio a richiamare lo spirito di un’autentica tragedia classica, è ispirato al capolavoro omonimo sofocleo: protagonista è il re illuminato e amato a Tebe dai suoi sudditi, il quale si ritrova ad indagare sulla causa della peste piombata improvvisamente sulla città. Convinto che, come aveva già fatto risolvendo l’enigma della Sfinge, anche questa volta, grazie alle sue forze razionali, riuscirà a trovare il colpevole e dirimere la piaga, Edipo, finisce per scoprire finalmente la sua vera identità e le sue origini e per capire che proprio lui è la causa di tanto male, poiché, pur involontariamente, ha commesso le colpe più turpi nell’uccidere suo padre Laio e nell’unirsi a sua madre Giocasta. Vittima di una catastrophè tragica esemplare, precipita da sposo amato e da sovrano stimato dai sudditi alla creatura più colpevole e reietta. Opposto ad Edipo, affiancato spesso da tre Pizie ironiche e dissacratorie, è l’indovino Tiresia, cieco eppure molto più lungimirante del sovrano, in quanto illuminato dalla verità che viene dagli dei e convinto della precarietà dell’uomo di fronte al mistero del mondo. «All’auditorium di Camerino – si legge in una nota della scuola – i giovani hanno rivissuto le forti emozioni di empatia, di condivisione di consapevolezza di quanto stessero recitando, trasmettendolo ad un pubblico molto più numeroso di quello allontanato dalla pioggia: familiari, amici, persone generose che hanno creduto in loro, offrendo disponibilità ed aiuto per permettere a tutti, nessuno escluso, di poter coronare questo sogno di immersione nella cultura classica siciliana».

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