domenica, Dicembre 22, 2024

«La gender-based violence
e il gioco d’azzardo,
ecco come li abbiamo affrontati»

REPORTER JUNIOR - Alunni e alunne del Convitto raccontano la loro partecipazione al progetto Red: disegni, mostre, confronti e la serata finale

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La redazione del Convitto per il Progetto RED, composta da Evelin Moreno, Adam Touati e Flavia Quaranta, al lavoro

Violenza di genere, violenza digitale, gender gap e stereotipi sono stati i temi affrontati dai ragazzi e dalle ragazze del Convitto di Macerata che hanno partecipato al progetto proposto dall’associazione Red (Rete educazione digitale). L’esperienza viene raccontata da alcuni  partecipanti, alunni e alunne del Convitto.

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di Flavia Quaranta, Adam Touati ed Evelin Andrea Moreno Mosquera*

Disegni e debates contro la violenza di genere, laboratorio con mostra agli Antichi Forni e Serata finale al Teatro Lauro Rossi di Macerata: sono alcune delle tante attività affrontate da noi ragazzi e ragazze del Convitto in questo anno scolastico su due argomenti rilevanti come la gender-based violence e il gioco d’azzardo. Il progetto Red (Rete Educazione Digitale), cui la nostra scuola ha aderito per dare spessore all’esperienza dell’Educazione Civica, ci ha consentito di comprendere a fondo questi concetti, discutendo su ciò che può essere giusto per noi e su ciò che invece è sbagliato, affinando così il nostro pensiero critico.

Alcuni-dei-disegni-realizzati-da-alunni-e-alunne-delle-classi-terze-del-Convitto-contro-la-violenza-di-genereLE NOSTRE IDEE IN MOSTRA – «Se doveste rappresentare in forma artistica il vostro messaggio su violenza di genere e violenza digitale di genere, al termine di queste lezioni, cosa disegnereste?». Partendo da questo il trampolino di lancio, offertoci dalla nostra insegnante di Arte Cinzia Frezzotti, e con la promessa che i migliori bozzetti sarebbero stati esposti, a fine aprile, in una Galleria appositamente allestita per l’occasione agli Antichi Forni, noi alunni e alunne ci siamo messi subito all’opera, con responsabilità ma anche seriamente divertiti all’idea. Siamo riusciti ad afferrare l’essenza di questo tema così complesso soprattutto grazie a tre incontri avvenuti in classe nel corso dell’anno con alcune delle esperte di questo progetto: Ninfa Contigiani, docente Unimc di Storia del diritto e della legislazione sociale, Daniela Zepponi, digital strategist, blogger e presidente del Cna Impresa Donna, e Lucia Marinozzi, sociologa ed educatrice.
Messaggi-dei-ragazzi-del-Convitto-contro-la-violenza-di-genere-in-mostra-agli-Antichi-ForniIl risultato? Le nostre idee in mostra, giovani ma mai banali. Colori essenziali, soprattutto nero, bianco e rosso, a delineare i perimetri netti della questione, che non permettono compromessi, occhi grandi come fogli, che piangono ma al contempo guardano avanti, riflettendo la realtà come uno specchio che non tradisce, mani che spesso non aiutano ma ingabbiano, colpiscono, coprono e isolano, mani che offrono fiori d’inganno o muovono fili di cuori strappati, cuori che ciondolano da lame-collane, fogli che diventano schermi di smartphone: lo sguardo scorre di bozzetto in bozzetto, il limite tra condividere e denunciare è sottile, i visi si fanno evanescenti, senza volto o incrinati come vasi vuoti, i matrimoni spariscono nelle sabbie-mobili di clessidre spietate, con hashtag che diventano cicatrici sulla pelle di donne indifese, donne ferite da spine di rose che esse stesse si sono tatuate, donne-albero che non potranno mai dare frutto.
Manifesto-contro-la-gender-based-violence-realizzato-da-un-alunno-di-classe-terzaAgli Antichi Forni di Macerata non abbiamo solo esposto le nostre “piccole opere d’arte”, ma abbiamo anche incontrato un altro esperto: Federico Bollini, content creator e animatore di Glatad Onlus. Con un linguaggio vicino a noi adolescenti, Federico ci ha spiegato una particolare forma di violenza verso se stessi: il gioco d’azzardo. Abbiamo imparato che è illegale in Italia, e soprattutto che non può definirsi veramente “gioco”. Questo perché non si partecipa con o contro un avversario, ma in opposizione alla probabilità, quindi da soli. Oltre al fatto che non c’è interazione, nell’azzardo gira tutto intorno alla sete di ricchezza e questo rende le persone dipendenti. Un oltraggio quindi alla propria libertà.
Per consolidare la spiegazione di Federico, abbiamo provato a giocare ad una specie di gratta e vinci (senza la ricompensa in denaro) e poi ad un gioco vero e proprio, dividendoci in due piccole squadre. Naturalmente, interagire con gli altri, aiutandosi a vicenda e fare di tutto per vincere è stato più piacevole che restare seduti ad aspettare con angoscia l’enunciazione di alcuni numeri insignificanti.

Le-idee-sulla-violenza-di-genere-di-alunni-e-alunne-del-Convitto-in-mostra-agli-Antichi-ForniPIANGERE NON È DA FEMMINUCCE – Il rovesciamento degli stereotipi linguistici che nella nostra lingua ancora veicolano una violenza di genere è solo una delle conclusioni a cui siamo giunti, sia durante gli incontri a scuola che nella serata a tema il 20 aprile al Teatro Lauro Rossi: lo spettacolo ha rappresentato il “momento clou” del progetto RED e ha visto la partecipazione di numerose autorità, tra cui la giornalista Alessandra Pierini, che ha condotto la serata, l’Assessora alla Cultura Katiuscia Cassetta, il presidente RED Raffaele Daniele, il vicepresidente Red Andrea Foglia, il referente Aiart Pesaro Antonio Scrima, il vicepresidente Aiart Marche Lorenzo Lattanzi, il professor Marco Baldi dell’Università Politecnica delle Marche, il presidente A.GE. Ivana Staffolani e tanti musicisti e attori, oltre che ragazzi e ragazze provenienti non solo dal Convitto ma anche da altri istituti secondari di I e II grado di Macerata.
Alunni-del-Convitto-intervistati-da-Alessandra-Pierini-sul-palco-del-Lauro-Rossi-alla-serata-finale-del-Progetto-REDLa serata si è articolata in tre parti a ricordare i tre percorsi civici portati avanti dall’associazione RED nelle scuole maceratesi, che hanno compreso sfide dei “Campioni dell’era digitale”, tra ghigliottine digitali e un cyber-abbecedario, pillole di Educazione alimentare e un debate sulla violenza di genere, tema scelto proprio dal Convitto durante questo anno scolastico. Ad allietare gli intermezzi tra una parte e l’altra, si sono susseguite esibizioni dell’Accademia di Tango di Macerata, dimostrazioni canore del “Coro Interrato” e il toccante spettacolo “Vengono da lontano” di Serena Cavalletti, accompagnata dalla chitarra di Marco Monina e dalla voce dell’iraniana Anahita H. Dowlatabadi. Tramite le loro competenze, questi artisti ci hanno voluto trasmettere in modo creativo pensieri e impressioni su temi di grande delicatezza.
Laboratorio-cooperativo-agli-Antichi-Forni-sul-gioco-dazzardoPer “Campioni dell’era digitale”, Federico Bollini, esperto di cyberbullismo, ha parlato, coinvolgendo sia alunni delle scuole superiori sia il pubblico, del rapporto tra tecnologia e persone e di come si possono cambiare le cattive abitudini a riguardo, in quanto dannose per corpo e mente, utilizzando vari metodi.
Bozzetto-contro-la-violenza-di-genere-realizzato-da-unalunna-del-Convitto-in-mostra-agli-Antichi-ForniPer l’Educazione alimentare Elisa Pelati, dietologa e nutrizionista, ha illustrato insieme ad alcuni alunni le norme di un’alimentazione corretta, sottolineando il valore etico del cibo e della nutrizione, che dovrebbe essere un piacere ma spesso diventa motivo di frustrazione anche a causa di standard di bellezza troppo alti, e il modo di filtrare le informazioni dal web, dove molte persone fanno abuso di professione dando dubbi consigli o disseminando notizie false.
Un-momento-del-laboratorio-artistico-al-Convitto-con-Lucia-MarinozziLa parte per noi più emozionante è stata però quando alcuni dei nostri compagni, Zuzanna Kalinska (3A), Diego Recchi (3B), Bruno Marchetti (3C) e Michael Maraviglia (3D), sono stati chiamati sul palco accanto a Elisa Giusti, responsabile del Centro antiviolenza di Macerata, per esprimere le loro opinioni sul tema del Gender Gap. È emerso un pensiero critico maturo e una profonda interiorizzazione delle questioni affrontate, nonostante la giovane età: l’impegno per un futuro basato sulla parità di genere è un segno di civiltà ma anche un trampolino per la ricchezza economica della nostra nazione, vista la perdita dovuta al fatto che otto donne su dieci, in alcune regioni italiane, dopo aver studiato, non si dedicano al lavoro per cui hanno costruito competenze. Non si tratta solo di sapere cos’è la violenza di genere e quali sono le pratiche attraverso cui si rivela, come sexting, revenge porn, pinkwashing o più semplicemente un vocabolario sessista ancorato a stereotipi di genere, del tipo “piangere è da femminucce” o “il rosa è un colore da femmine”, ma anche di capire come contrastarla al meglio, e dal palco i nostri compagni hanno sottolineato con forza che l’educazione è una di queste strategie, come anche la creatività, e che noi ragazzi e ragazze ci stiamo impegnando concretamente per un futuro migliore. Non a caso a scuola, nel corso del secondo quadrimestre, ci è stato proposto anche un laboratorio in cui abbiamo realizzato quattro fumetti contro la violenza di genere, dividendoci in gruppi.
La-gender-based-violence-interpretata-dagli-alunni-del-ConvittoAbbiamo avuto l’opportunità di riflettere sul fatto che le donne lottano da quando esiste l’umanità perché sono state sottomesse e sottovalutate, in confronto agli uomini. Questi ultimi hanno pensato per millenni di essere più forti delle donne e per questo, in una società maschilista o dalla “mascolinità tossica”, si insegna che la donna deve stare a casa e non può esprimere la sua libertà di pensiero e di azione. Esistono violenze fisiche ma anche psicologiche. Ancora oggi una domanda che viene spesso posta anche da manager donne, ad una donna ma non ad un uomo, prima di ottenere un posto di lavoro, è se ha figli o se vuole averne in un futuro, e questo “doppio standard” è un’ingiustizia in quanto toglie qualcosa a qualcuno per un aspetto di sé che non può cambiare e che oltretutto non ha alcuna attinenza con le competenze in un campo. Per cambiare punto di vista, a scuola e a casa si dovrebbe stare attenti al linguaggio, perché le parole modellano il pensiero, e insegnare ai bambini il rispetto e l’uguaglianza della donna, perché metterla su un piedistallo o precluderle una strada significa ribadire un gender gap che disumanizza e sottrae libertà.
Al termine della serata, noi ragazzi e ragazze siamo stati premiati con un quaderno, una penna e una matita, strumenti con cui già Malala ci ha insegnato che si può cambiare il mondo. Sul foglio in cui erano impacchettati era disegnato un cuore ed era scritta una delle frasi più famose di J.F. Kennedy: “Il cambiamento è la legge della vita e chi guarda solo al passato o al presente è certo di non vedere il futuro”.
Siamo profondamente d’accordo e ribadiamo con forza, dal palco del Lauro Rossi come dai banchi di scuola, che noi giovani non siamo solo un profilo social, ma il cuore pulsante del nostro tempo, la matita più creativa attraverso cui il presente scrive il futuro.

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