domenica, Dicembre 22, 2024

L’ugola d’oro di Augusto Cingolani
e la sua prematura scomparsa

MACERATA - Emma D’Amico, Elia Catalano e Samuele Capiglioni dell'Ite Gentili si sono aggiudicati il terzo posto al concorso "Esploratori della memoria"

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La presentazione del lavoro

Un talentuoso tenore e la sua scelta di libertà rispetto alla politica. E’ la storia raccontata da Emma D’Amico, Elia Catalano e Samuele Capiglioni dell’istituto tecnico economico Gentili di Macerata al concorso “Esploratori della memoria”. Sotto la guida della professoressa Letizia Evangelisti, si sono aggiudicati il terzo posto. La loro ricerca storica si è svolta tra archivi e biblioteche e si è arricchita ulteriormente con l’intervista all’omonimo nipote. Al tenore Augusto Cingolani, Montecassiano, sua città natale, ha dedicato una lapide commemorativa. Ecco come raccontano la sua storia:

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Augusto Cingolani

«Augusto Cingolani nacque l’11 marzo 1893 da modesti genitori; fin dalla sua fanciullezza furono in lui notati straordinari mezzi vocali, che andarono sempre più rafforzandosi. Le condizioni di famiglia non gli permisero di poter studiare il canto ma, per sua fortuna, al tempo della Grande Guerra, fu assegnato ad un reggimento d’artiglieria di stanza a Pesaro, dove subito ebbe modo di farsi sentire ed apprezzare, tanto che fu ammesso in quel liceo musicale sotto la guida del celebre maestro Melocchi. Parlare oggi del tenore Cingolani, delle sue qualità di artista, della sua voce soave e perfetta, è cosa difficile.
La sua carriera è stata breve per il tempo, ma trionfale sia per il numero di spettacoli a cui ha partecipato, che per la qualità e l’importanza delle scritture. Egli debuttò il 24 dicembre 1921 al “Metastasio” di Prato “La Fanciulla del West”, poi cantò ne “Il Ballo in Maschera” al teatro “Manzoni” di Pistoia, quindi in “Quaresima” al teatro “Sociale” di Udine. Inoltre, fu chiamato dal M° Zandonai, per la sua “Giulietta e Romeo”, che personalmente diresse al “Rossini” di Pesaro. Nell’ottobre, novembre e dicembre del ’22 fu scritturato al “Teatro Regio” di Malta per “La Fanciulla del West” e “Manon”. Il tenore passò di trionfo in trionfo, facendo entusiasmare anche il pubblico più esigente, che in lui ha potuto riconoscere uno dei pochi artisti del bel canto, dall’aspetto e dal portamento simpatico, dotato com’era della sua “ugola d’oro”.
augusto_cingolani_presentazioneGiunse a Macerata, con la sua segreta speranza di soddisfare e deliziare i suoi concittadini, ai quali si era sentito legato da tanti affetti e ricordi, valorizzando sempre più la sua regione. Nel 1935 Gabriele Svampa ne confermerà le «naturali doti artistiche» e la «voce drammatica robusta e sicura», aggiungendo i successi ottenuti al “Regio” di Torino, alla “Fenice” di Venezia, al “Comunale” di Piacenza, al “Petruzzelli” di Bari, al “Municipal” di Rio de Janeiro e di San Paolo del Brasile e al “Coliseu” di Lisbona. Il cantante lirico vide però bloccata la sua carriera dal regime fascista: si pensi che le iscrizioni al Partito aumentarono a dismisura quando, il 29 marzo 1928, si decise che gli iscritti al P.N.F. avrebbero avuto la precedenza nelle liste di collocamento, in quanto più antica era l’affiliazione, più si “scalavano” le graduatorie. Nel 1930, il tesseramento da almeno 5 anni divenne requisito fondamentale per ricoprire incarichi scolastici di alto livello (presidi e rettori) e dal 1933 per il concorso a pubblici uffici. La tessera divenne poi obbligatoria nel 1937 per ricoprire qualsiasi incarico pubblico. Siccome Cingolani non prese mai la tessera del Partito nazionale fascista furono boicottate le sue scritture in Italia e non poté trovare spazio altrove, perché gli venne ritirato il passaporto; con moglie e 4 figli si ritrovò nella più nera miseria. Il 6 luglio 1944 a Montecassiano ci fu un’incursione aerea della Luftwaffe. Augusto Cingolani venne colpito da numerose schegge, mentre si trovava in via Oberdan. Ferito gravemente, fu trasportato all’ospedale civile. Morì dopo una lunga e dolorosa agonia l’11 agosto successivo».

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