lunedì, Dicembre 23, 2024

Una counselor a scuola:
«Insegno ad ascoltare l’altro
per capire anche cosa non viene detto»

MACERATA - “Parliamone: impariamo a comunicare per gestire i conflitti” è il progetto guidato dall'avvocata Marisa Abbatantuoni al quale lo scientifico "G. Galilei" ha aderito con le classi 3 L, indirizzo Scienze applicate e 2 D, indirizzo Economico finanziario

 

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“Parliamone: impariamo a comunicare per gestire i conflitti”. Gli studenti e le studentesse del liceo scientifico statale “G. Galilei” di Macerata hanno concluso un interessante percorso, finalizzato all’acquisizione di un ascolto attivo, al motto “Ascoltare per capire, e non per rispondere”.
Il progetto, promosso dall’ Unione nazionale avvocati per la mediazione (Unam) dal titolo “Parliamone: impariamo a comunicare per gestire i conflitti” al quale il liceo scientifico statale “G. Galilei” di Macerata ha aderito, ha interessato le classi 3 L, indirizzo Scienze applicate e 2 D, indirizzo Economico finanziario ed è stato coordinato dall’ avvocata Francesca Serafini e dalla professoressa Alessandra Pizzichini.
Gli incontri sono stati condotti dalla formatrice avvocata Marisa Abbatantuoni che riveste il ruolo di mediatore commerciale e familiare nell’Organismo di mediazione dell’Ordine degli avvocati di Macerata dal 2011, e che quotidianamente affronta le situazioni conflittuali nelle quali sono coinvolte più persone tentando di ristabilire, prioritariamente, la comunicazione per poi approdare ad una soluzione soddisfacente per entrambe le parti nel rispetto dello schema Win – Win.

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Le professoresse Serafini e Pizzichini con l’avvocata Abbatantuoni

L’ avvocata Abbatantuoni, che è anche counselor professionista, afferma che «una errata comunicazione è la causa principale delle incomprensioni che portano poi a confliggere. Ripristinare o costruire una comunicazione empatica è il primo passo per superare gli ostacoli relazionali, in famiglia, al lavoro, nella vita sociale. La prima cosa che faccio come mediatore è ristabilire o normalizzare la comunicazione, …se si salta questo passaggio difficilmente si otterranno dei risultati soddisfacenti. Quello che insegno ai giovani è ascoltare l’altro per capire anche quello che non viene detto, questo lo si può fare solo maneggiando delle tecniche che in parte ho illustrato nelle mie lezioni. Ad esempio la riformulazione, oppure l’arte del saper domandare, cose che sembrano semplici, ma che richiedono molto impegno e volontà di migliorarsi e di abbandonare i propri costrutti».
La finalità del percorso di volontariato divulgativo, operato da Unam, in tutte le regioni italiane attraverso le sue 42 sedi, è far comprendere agli studenti che è possibile relazionarsi in modo differente uscendo dallo schema ragione/torto, operando un salto di paradigma nel quale il metodo avversariale viene sostituito da un metodo cooperativo, fondato sull’ ascolto attivo e sulla comunicazione non violenta.
«Tutti vogliamo essere ascoltati e capiti, e sovente abbiamo la presunzione che la nostra sia l’unica verità o l’unica soluzione giusta – continua Abbatantuoni, coadiuvata, nell’ attività formativa, anche dal responsabile dell’Odm dell’Ordine degli avvocati di Macerata Massimo Gentili e dal presidente dell’Unam Macerata Massimo Cesca – tuttavia c’è poca propensione all’ascolto, a comprendere quello che l’altro ci vuole dire e perché, o meglio quando si confligge si ascolta per rispondere e raramente per capire. Ci si preoccupa di replicare a tono e magari ad alta voce, ma non ci interessa indagare quali bisogni ci siano sotto le prese di posizione e le richieste della persona che abbiamo di fronte. Questa modalità di relazionarsi crea un muro tra me e l’altro spesso impenetrabile, che impedisce qualsivoglia soluzione che possa soddisfare i nostri bisogni».
Dunque, è necessario imparare ad ascoltare per capire e non per rispondere, questo è il primo tassello per avere relazioni di qualità e superare le immancabili incomprensioni che tutti i giorni ci troviamo a fronteggiare: uscire dalla trappola del conflitto significa migliorare la qualità della nostra vita in tutti gli ambiti, anche in quello scolastico.

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