domenica, Dicembre 22, 2024

Al Varnelli arriva IppoCampus,
l’avventura di prendersi cura di un cavallo

CINGOLI - E' il nuovo progetto inclusivo di pet therapy dell'istituto alberghiero che si svolge nel Circolo Ippico "Le Noci" di Jesi

ippocampus-3-768x1024Al via un nuovo progetto di didattica orientativa inclusiva all’Alberghiero di Cingoli Il 4 aprile è iniziata una nuova avventura per gli studenti e le studentesse dell’Istituto Alberghiero di Cingoli che, grazie al progetto di didattica orientativa inclusiva IppoCampus. Strategie educative all’aria aperta, potranno sperimentare attività al di fuori del contesto scolastico con l’obiettivo di sviluppare le autonomie e le capacità relazionali. A fare da cornice a questo progetto che coinvolge ragazzi e ragazze, con e senza disabilità, il Circolo Ippico “Le Noci” di Jesi che ha accettato con entusiasmo e professionalità la sfida lanciata dall’Istituto cingolano di mettere in campo un progetto ambizioso, innovativo e inclusivo. Ma cerchiamo di capire da dove nasce IppoCampus.
ippocampus-5-1024x768«In linea con quanto previsto dal DM n. 328 del 22 dicembre 2022 – scrive la scuola – tutte le attività progettate dall’Ipseoa “G. Varnelli” per l’anno scolastico 2023/24 e inserite nel Ptof si pongono l’obiettivo di formare e di potenziare le capacità personali dei propri studenti e delle proprie studentesse, di favorire la conoscenza di se stessi in una prospettiva orientativa, per padroneggiare in modo consapevole i mutamenti culturali e socio-economici e la complessità della realtà che li circonda». La finalità ultima di tutte le progettazioni messe in campo, quindi, è quella di fare in modo che tutti e tutte, compresi i ragazzi e le ragazze con disabilità, «possano essere protagonisti di un personale progetto di vita, e partecipare allo studio e alla vita familiare e sociale in modo attivo, paritario e responsabile».

ippocampus-1-768x1024Benessere, rispetto e ascolto attraverso la Pet therapy pensato insieme alle esperte dell’associazione “Noa Pet Therapy” di Macerata per studenti e studentesse con disabilità, quest’anno la scuola ha deciso di aprire le proprie porte e di andare direttamente là dove gli animali vivono. «Quale luogo migliore dell’azienda agricola “Le Noci” di Francesca Gironi – scrive la scuola –  che è un’eccellenza della regione, ma che è anche Farm community, fattoria didattica, allevamento di cavalli e Circolo ippico? Un vero e proprio angolo di Paradiso nella campagna jesina in cui sperimentare nuove strategie educative senza l’assillo della performance e dei tempi dettati dalla programmazione scolastica. Un angolo di Paradiso, si diceva, in cui il rapporto con il cavallo, ricco di valenze affettive, diventa strumento per costruire delle competenze, in un ambito in cui le regole sono chiare, ma non vi è rigidità bensì reciproco rispetto ed ascolto. Scopo del progetto quindi non è quello di formare dei cavallerizzi provetti o di intervenire con misure riabilitative per la disabilità ma mirare alla ricerca e alla “costruzione” della persona con il consolidamento di abilità spendibili nella vita di tutti i giorni.

ippocampus-2-768x1024Il cavallo si pone così come un grande mediatore relazionale: si lascia accarezzare e toccare, ma chiede anche di essere rispettato e accudito. È un animale grande, imponente, che tuttavia si lascia conquistare e comandare. Con Francesca Gironi, titolare del Circolo Ippico “Le Noci” di Jesi, i docenti dell’Ipseoa “Varnelli” hanno quindi elaborato IppoCampus per favorire l’allenamento delle competenze empatiche, meta cognitive e dell’accudimento; implementare la diffusione del biocentrismo in alternativa all’antropocentrismo con il rafforzamento della cultura del rispetto verso i non umani; favorire la crescita integrale della personalità, della tolleranza del senso di responsabilità, dell’accoglienza e dell’accettazione della diversità. Non solo. Insieme ai ragazzi e alle ragazze con disabilità che seguono una programmazione differenziata, il progetto coinvolge anche gli studenti e le studentesse del 4Atbts, indirizzo “Turistico dello sport”, che in qualità di tutor hanno l’opportunità di mettere in pratica concretamente gli apprendimenti acquisiti a scuola collaborando con i propri compagni ma anche con i docenti all’organizzazione delle trasferte e prendendo parte alle attività proposte. Il progetto può intendersi come una palestra di cittadinanza attiva in cui i ragazzi e le ragazze coinvolte, ognuno a suo modo, si alleneranno nel rispetto delle regole, dei tempi e delle necessità dell’altro in un gioco di squadra rispettoso delle differenze e democratico».

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