lunedì, Dicembre 23, 2024

In scena la giustizia riparativa:
caso di revenge porn a scuola,
gli studenti in cerca di soluzioni

MACERATA - Tre classi terze dell'istituto scientifico "Galilei" hanno partecipato al laboratorio didattico e gioco di ruolo promosso dal Festival of the Humanities di Unimc

di Alessandra Pierini

Parlare di giustizia riparativa tra le mura di un ex carcere. E’ stata una esperienza profonda, per tutti coloro che hanno partecipato, il laboratorio didattico con quasi 80 ragazzi e ragazze del terzo del liceo scientifico “Galilei” di Macerata che si è svolto in via Garibaldi 20, oggi sede universitaria ma in passato, appunto, carcere della città di Macerata. 
“Va in scena la giustizia riparativa” è una iniziativa del Festival of the Humanities, promosso e organizzato da Unimc. La giustizia riparativa, seppur protagonista è stata nominata solo alla fine di gioco di ruolo scaturito da un caso studio, di fantasia: una studentessa del primo che invia una foto intima ad un compagno di istituto con cui ha parlato più volte attraverso i social. da qui la minaccia di lui di diffondere l’immagine se non gliene avesse inviate altre. Passano diversi giorni e a casa della ragazza arriva la polizia postale per informare la famiglia che la foto del seno della giovane sta circolando online. La ragazza viene allontanata dal gruppo e diventa oggetto di scherno tanto da dover alla fine essere ricoverata in una struttura per curare la depressione. «Avete un bel problema da risolvere» ha detto il rettore John Mc Court, augurando buon lavoro.
riparativa_unimc-1-1024x682Dopo la presentazione del caso di revenge porn, studenti e studentesse, divisi in gruppi, hanno vestito i panni di chi ha provocato il danno, di chi lo ha subito, dei familiari dell’uno e dell’altro, delle comunità di appartenenza di uno e dell’altro, dei mediatori e dei giornalisti. Dopo un primo giro, hanno cambiato ruolo.
I gruppi sono stati seguiti dalle docenti Lina Caraceni, Veronica Guardabassi, Donatella Pagliacci, Carla Danani, Ninfa Contigiani, Lucrezia Perella e Paola Nicolini, dal docente Roberto Mancini e da Alessandro Maranesi, animatore teatrale.
L’attività è stata monitorata con un questionario somministrato più volte nella mattinata, all’inizio, a metà e alla fine per poi concludersi con una plenaria finale in cui, oltre ad entrare nel vivo del significato di giustizia riparativa, un gruppo di studenti ha proposto, in forma di rappresentazione teatrale il caso discusso.
Momenti di riflessione attiva, di acceso confronto e di empatiche prese di posizione per tutti i soggetti coinvolti su un tema, quello appunto della giustizia riparativa, che al momento accende gli animi ma che propone ancora infinite strade da percorrere.

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