lunedì, Dicembre 23, 2024

Piccolo G, Federica e l’amore
per la musica (e non solo)
«Ci invidiano la vita in provincia»

INTERVISTA - Amici, passioni, progetti futuri e tanto altro nell'intervista ai due giovani protagonisti del talent. Hanno passato qualche giorno insieme nelle Marche prima dei loro rispettivi tour. Un concerto in programma a Pollenza il 17 giugno

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Piccolo G. e Federica

di Sofia Brandoni, Francesca Feliziani e Vittorio Fiorucci*

Una scuola, una casetta, la passione per la musica e la danza: questo è il contesto in cui si sono ritrovati i ragazzi e le ragazze della classe di Amici23, e due di loro oltre a riscoprire se stessi hanno scoperto anche l’amore. E’ nata così la storia di Giovanni Rinaldi, in arte Piccolo G., rapper di Pollenza, e Federica Andreani. Nei giorni scorsi hanno passato del tempo insieme nelle Marche prima dell’inizio del loro tour.

Passioni in comune tra loro nel rispetto delle reciproche peculiarità.

Giovanni Rinaldi, in arte Piccolo G, è un rapper e cantautore di Pollenza, che scopre il suo grande talento da giovanissimo e inizia a pubblicare i suoi primi lavori all’età di sedici anni. Riesce a realizzare il suo desiderio di far conoscere i suoi brani dopo l’entrata nella scuola di Amici, arrivando ai cuori dei telespettatori con i suoi testi sinceri e veri.
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Federica Andreani è una ragazza carismatica che si è avvicinata al mondo della musica come autodidatta, cantando nella sua cameretta. Nonostante la stabile professione come parrucchiera, ha voluto tentare la sorte e inseguire il proprio sogno, quello di diventare una cantante entrando nella scuola di Amici. La sua voce ha affascinato il pubblico che l’ha seguita e sostenuta da casa, permettendole di capire il proprio talento.

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Come e quando è nata l’idea di partecipare ad Amici? C’è stato un motivo scatenante semplicemente cercavate un buon trampolino di lancio? 

Piccolo G:«Ho preso Amici come un’occasione per far ascoltare apertamente le mie canzoni che scrivevo già da qualche anno; ero invece scettico riguardo il programma televisivo, pensavo di non essere pronto a seguire dei meccanismi, ma di fatto mi sono trovato bene»

Federica: «L’unica cosa che mi ha spinto ad entrare ad Amici è la mia passione per il canto; è in realtà da quando sono piccola che canto nella mia cameretta. Conoscevo già il programma e mi sono detta di provare, è stato come buttarmi.» 

Come vi siete sentiti quando siete entrati nella scuola e poi quando avete ricevuto la maglia del serale?

Piccolo G:: «In entrambi i casi è un’emozione molto forte, ma diversa tra l’ammissione alla scuola e quella al serale. Il pomeridiano è un po’ come può essere per un giocatore di calcio la partita domenicale dopo una settimana di allenamento; il serale è invece una grande esibizione, uno spettacolo.»

Vi va di raccontarci come funzionano le audizioni ad Amici?

Federica: «Posso raccontarvi quella che è stata la mia esperienza. Consiste nell’inviare un video e poi aspettare di essere chiamati. Potrebbe non succedere mai, ma nel caso in cui tu venga chiamato ti dicono di venire negli studi e di tenere un provino. Se va bene e se piaci, ti richiamano nuovamente per fartene fare un altro, e così via fino a farne tre o quattro. Alla fine arriva l’ultima chiamata, quella per comunicarti che devi venire a settembre.»

Piccolo G:: «Invece per me è stato un po’ diverso. Ero già sotto una casa discografica e il mio nome arrivò tramite Madame. Feci anche io un paio di provini e poi come Federica venni chiamato.»

Questa domanda è legata alla scelta del nome d’arte di Giovanni. Piccolo G è ancora tanto piccolo oppure sente di essere cresciuto, sia umanamente che artisticamente, dopo l’esperienza nella scuola?

«Non mi sento più molto addosso questo nome d’arte, che è nato tra i banchi di scuola, ma come un signore incontrato per strada mi ha detto, ora molti mi conoscono così e non sarebbe conveniente cambiarlo. Mi ricorda comunque il mio passato e una vecchia amicizia e sono contento di ciò.»

piccolo_g_federica-1-797x1024Come sono nati i vostri ultimi singoli all’interno di Amici e per Giovanni anche quelli prima? Da dove traete l’ispirazione?

Piccolo G: «I miei singoli all’interno di Amici sono nati dall’amore per la donna che è al momento al mio fianco, e lo stesso vale per quelli che sto scrivendo.  Anche i libri hanno un ruolo importante perché sono la testimonianza di persone vissute, che hanno avuto un ruolo e che avevano un messaggio da trasmettere, da cui può essere utile prendere spunto.»

Federica: «Tutte le canzoni che ho scritto mentre ero ad Amici parlano di un amore finito, ma devo dire che quando sei in una relazione felice non è così facile parlarne»

Come sei riuscito ad uscire da una realtà piccola come Pollenza? Pensi di essere un esempio per quei ragazzi che sognano di avere un futuro nel mondo della musica?

Piccolo G: «Il consiglio che più mi sento di dare è di affidarsi a persone che apprezzano la tua musica e quello che fai. I miei primi video e le mie prime canzoni sono state frutto del lavoro con alcuni ragazzi del territorio e nonostante avessimo un canale aperto da pochissimo i nostri video sono andati virali in tutta italia, proprio perché era un qualcosa fatto con passione.»

Quali sono i vostri generi musicali preferiti e quali sono le vostre passioni oltre la musica?

«Ascolto molto il blues, come ad esempio Eric Clapton, ma anche il cantautorato italiano, con il grande Battisti. Oltre la musica, mi appassiona leggere libri di filosofia, e mi ero anche iscritto all’università alla facoltà di filosofia ma ho dato solo qualche esame prima di entrare ad Amici.»

Federica: «Io invece ascolto pop ma anche musica inglese, con classiconi come Adele. Fin da quando ero piccola, ho praticato pugilato a livello agonistico e ancora oggi mi affascina questo mondo.»

 Per chi desidera approcciarsi al mondo della musica o ad un particolare strumento, visto che ne suoni molti, hai qualche consiglio da dare?

Piccolo G:: «In realtà è da un po’ che non suono, ma quello che posso consigliare è di iniziare sin da piccoli, dato che la capacità e la velocità di apprendimento è più alta e si hanno meno pensieri e preoccupazioni. Fondamentale è la perseveranza nello studio; la disciplina porta tanti vantaggi, non solo nella musica; lo vedevamo anche l’altro giorno quando con Fede siamo andati a vedere un incontro di pugilato a San Severino, ed è in tutto, non solo nella musica, perché conduce poi alla bellezza e all’armonia.»

La vostra famiglia ha deciso di supportarvi fin da subito in questo vostro percorso o avete dovuto un po’ lottare per inseguire il vostro sogno?

FEDERICA: «Devo dire che i miei genitori sono stati contenti fin da subito. Sapevano ovviamente di questa mia passione ma non essendomi mai esibita davanti a nessuno, nemmeno a loro, sono rimasti sorpresi quando ho deciso di partecipare ad Amici. Ora ovviamente sono felici per me, che sono riuscita a fare di questa mia passione un lavoro.»

Piccolo G:: «Per me è stato un po’ diverso. Avendo iniziato a 16 anni e quindi, avendo inevitabilmente fatto anche le mie figuracce, i miei genitori non erano molto convinti. Piano piano però vedevano che la mia musica arrivava alle persone e comunque ripagava. Ora sono i miei fan numero uno.»

Cosa vi manca della vostra città, o più in generale di casa quando siete in tour?

Piccolo G:: «Sicuramente la famiglia, non sono un tipo da piantoni ma la distanza durante l’esperienza ad Amici mi ha messo in difficoltà.»

Federica: «La presenza dei tuoi genitori sembra un qualcosa di scontato ma una volta che per 7/8 mesi ti ritrovi senza più poterli rivedere improvvisamente non lo è più»

Avete già in mente qualche progetto per il futuro?

Federica:: «Sono in uscita i nostri nuovi singoli e siamo pronti per andare in concerto»

Piccolo G:: «Io ho felicemente accettato di fare un concerto qua nel mio paese il 17 giugno insieme a Federica, quindi invitiamo tutti coloro che stanno leggendo l’articolo a venire. Tra l’altro Pollenza è un paese bellissimo che le grandi città ci invidiano, soprattutto dal punto di vista della tranquillità, e Fede può confermarlo dato che viene da una realtà caotica come quella di Roma.»

*Sofia Brandoni, Federica Feliziani e Vittorio Fiorucci hanno realizzato l’intervista nell’ambito del Pcto (ex alternanza scuola lavoro)

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