lunedì, Dicembre 23, 2024

Un murales di corpi in movimento
nel cortile della scuola

APPIGNANO - Realizzato da studenti e studentesse della scuola media "Della Robbia" è' stato inaugurato ieri alla presenza del sindaco Mariano Calamita. Il messaggio: “Il mondo è la tela dove scriviamo con i colori le storie della nostra anima”

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Il murales inaugurato ieri

Inaugurato ad Appignano il grande murales del progetto “Non ti scordar di me” nel cortile interno della scuola media “Luca Della Robbia”, realizzato dai ragazzi e dalle ragazze delle classi seconde, coadiuvati dal maestro Francesco Facciolli e dalla professoressa Alessandra D’Oria, alla presenza del sindaco Mariano Calamita, dell’assessore alla Cultura Federica Arcangeli della dirigente scolastica Filomena Maria Greco.
Il titolo “Non ti scordar di me” vuol richiamare alla memoria il piccolo fiore chiamato anche “Occhio della Madonna”, a simboleggiare l’importanza di lasciare memoria di sé, come hanno ben sintetizzato gli studenti e dalle studentesse nel murales dove hanno impresso con l’ arte e con la scritta “Il mondo è la tela dove scriviamo con i colori le storie della nostra anima” uno spaccato della loro vita.

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Il sindaco Mariano Calamita

«Il progetto – si legge in una nota dell’amministrazione – nato nell’ambito del Fse e Fdr – Apprendimento e socialità Social-mente e realizzato in collaborazione con l’Amministrazione comunale, si è focalizzato sul concetto di attività espressiva, intesa come ricerca personale ed interpersonale, ogni alunno e alunna ha potuto esprimere un’esperienza, un vissuto, una fantasia, un’emozione, tramite la manipolazione creativa e interattiva di più linguaggi: corporeo (gesto, movimento), verbale (parola, narrazione), pittorico (disegno).
Il rapporto con il proprio corpo, un corpo che cambia e si definisce, è uno dei temi più delicati e profondi che gli adolescenti esplorano negli anni delle scuole secondarie. Vedere il proprio corpo proiettato e rappresentato su un muro e poterlo manomettere, ridefinire, colorare e far interagire con gli altri corpi dei compagni di lavoro, ha rappresentato un valore di catarsi e una capacità di esorcizzare eventuali complessi, fisime o tabù.
In tempi di body shaming, di haters e realtà virtuali, i ragazzi collaborando tra loro, hanno creato qualcosa di concreto, reale, tangibile dove viene esaltata la bellezza e la poesia dei corpi in movimento».

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