domenica, Dicembre 8, 2024

L’importanza della biodiversità
(anche) in ambito urbano

RUBRICA - La classe 4M dell'istituto "Da Vinci" di Civitanova affronta in una serie di articoli divulgativi tematiche ambientali, sviluppate anche nel loro progetto Cluana Urban Nature

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Nido artificiale per uccelli (Classe 4M – Progetto “Cluana Urban Nature”)

Prende il via con questo articolo la rubrica “La biodiversità urbana raccontata dalla 4M”. Studenti e studentesse del 4M dell’IIs Da Vinci di Civitanova proporranno una serie di articoli divulgativi che permetteranno di approfondire il tema.

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a cura di Margherita Panichelli  e  Maria Alexandra Albulescu
Classe 4^M – IIS Da Vinci Civitanova

I ricercatori che studiano la vita sul nostro Pianeta ci ricordano da sempre che la “biodiversità” è importante per il mantenimento dell’equilibrio negli ecosistemi dai quali trae beneficio anche e soprattutto la nostra specie, sia per le risorse che ne ricaviamo sia per il benessere psico-fisico. Ne abbiamo sentito parlare anche ieri 22 aprile, nell’ambito delle iniziative per la “giornata mondiale della Terra”. Ma che cosa s’intende veramente con biodiversità? “Con questo termine si definisce il complesso della varietà della vita esistente sul pianeta, risultato di lunghi processi evolutivi; si fa quindi riferimento alla moltitudine delle differenti forme di organismi che ne sono l’espressione, animali, piante e microrganismi” (1).
È importante studiare la diversità biologica di un luogo, naturale o antropizzato, perché può essere considerato un valido indice dello stato di salute di quell’ambiente: conoscere e preservare il “capitale naturale” di un territorio, dunque, significa da un lato essere in grado – se lo si vuole – di orientare in modo oculato l’uso del territorio, e dall’altro garantire un futuro sostenibile. Non sempre, però, è così… tanto che si parla da almeno un ventennio di una grave “perdita della biodiversità”, specialmente nelle aree densamente abitate e in quelle a forte vocazione industriale e agro-zootecnica: pensate che negli ultimi 50 anni la nostra “impronta ecologica”, ovvero il consumo di risorse naturali, è incrementata del 190% con un effetto diretto sul consumo di suolo e sulla riduzione della diversità biologica (2).

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Una parte del prato del giardino scolastico (con dominanza di margherite)

Bisogna in effetti ricordare che, oltre a rappresentare un valore intrinseco di per sé, ambienti ad elevata biodiversità offrono i cosiddetti “servizi ecosistemici”: benefici multipli – quali acqua potabile, ossigeno, biomassa vegetale, risorse alimentari, ecc. – che vengono forniti gratuitamente al genere umano (3).
Ora, sebbene tutti gli ecosistemi siano in grado di adattarsi agli stress associati all’impatto derivante dalle attività umane, la perdita del delicato equilibrio ecologico si traduce nel tempo in meno “servizi” per l’uomo e in maggiori costi economici, sociali e sanitari: l’attuale crisi derivante dalla pandemia in corso ne è un’evidente e stringente prova.
Insomma, come in un puzzle a cui vengono a mancare alcuni pezzi, quando le singole ma fondamentali componenti delle comunità biotiche vengono perse, e l’ecosistema riduce la capacità di
riprendersi da un “disturbo”, iniziano i problemi: oggi circa il 75% dell’ambiente terrestre e il 66% dell’ambiente marino sono stati modificati in modo significativo, più di un terzo della superficie terrestre del mondo e quasi il 75% delle risorse di acqua dolce sono destinate alla produzione di colture o bestiame. Stiamo vivendo quella che i biologi chiamano “la sesta estinzione di massa” a causa del tasso di estinzione così accelerato da provocare l’attuale vertiginoso declino della biodiversità.

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Piantumazione di una plantula di leccio (Classe 4M – Progetto “Cluana Urban Nature”)

Analizzando la situazione locale a partire dal quartiere dove sorge la nostra scuola, è evidente osservare come negli spazi cittadini la perdita di natura sia elevata, soprattutto a causa della semplificazione, dell’alterazione e dell’artificializzazione del territorio. A questa riduzione si associa una qualità della vita peggiore: smog persistente, calura eccessiva, mancanza di aree idonee dove svolgere attività all’aperto. Per fortuna, però, (r)esistono delle piccole “isole” o dei residui “corridoi” verdi, come i parchi urbani, i viali alberati, i corsi d’acqua con vegetazione ripariale e i giardini scolastici, dove alcune specie di piante e di animali trovano rifugio.

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Farfalla cavolaia

Abbiamo quindi iniziato ad approfondire il tema della “biodiversità” a partire dal giardino della nostra scuola e nelle prossime “puntate” scopriremo assieme l’importanza di conoscere la natura urbana (dalla “comune” margherita agli insetti impollinatori) e come fare, con azioni semplici ma concrete, per incrementarne la biodiversità.
Insomma, vi faremo conoscere il nostro progetto, ribattezzato “Cluana Urban Nature”, perché il 22 maggio – restrizioni anti-Covid19 permettendo – abbiamo una piccola sorpresa in serbo per voi!
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Fonti consultate (sono spunti di lettura/approfondimento che vi consigliamo):
1) Biondi & Morbidoni, 2010 – Biodiversità nelle Marche. Serie “I Quaderni della Selva”. Università
Politecnica delle Marche, pp. 164
(questo libro si può scaricare gratuitamente qui:
http://www.ambiente.regione.marche.it/Ambiente/Biodiversit%C3%A0ereteecologica/Pubblicazioni.aspx)
2) https://www.wwf.it/il_pianeta/biodiversita
3) https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/biodiversita/documenti/millennium-ecosystem-assessment
4) https://www.wired.it/scienza/ecologia/2019/02/02/sesta-estinzione-massa-perche-preoccuparci/

 

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