lunedì, Dicembre 23, 2024

Candidato al premio Nobel per la pace,
Hafez Haidar si racconta a scuola
«Mi chiamavano il ladro di poesie»

SAN SEVERINO - Il professore protagonista del ciclo di incontri promossi dal liceo dell'istituto Bambin Gesù

 

 

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Hafez Haidar è candidato al Premio Nobel per la pace

di Carlo Torregrossa 

Dopo aver avuto ospite il fotografo Giulio Grittini, il liceo Bambin Gesù di San Severino, continua i suoi incontri, ispirati a dare spazio a personalità carismatiche, di forte ispirazione per i ragazzi e le ragazze. Protagonista nei giorni scorsi il candidato al premio Nobel per la pace e accademico libanese, naturalizzato italiano Hafez Haidar. «Non mollate davanti ai vostri obbiettivi, agite sempre con il cuore»: queste alcune parole di Haidar che hanno colpito nel segno. La conferenza, avvenuta a distanza, tramite la piattaforma “Meet”, è stata  promossa dalla professoressa di storia dell’arte Shura Oyarce Yuzzelli, e condivisa dalla dirigente scolastica Olivia Pallotto.
L’incontro, al quale ha partecipato anche la vicesindaco Vanna Binconi era aperto a tutti gli studenti e le studentesse e alle studentesse del liceo di San Severino, ha lasciato il segno.

Come è nata l’idea di invitare Hafez Haidar
«L’idea di invitare il professore Hafez Haidar,  nasce dal bisogno di portare gli studenti verso la conoscenza e il contatto, nonostante in questo caso sia stato virtuale, di persone fortemente coraggiose, empatiche e carismatiche, che nel loro campo di azione hanno saputo portare avanti le loro passioni, e hanno saputo ispirarci ed illuminarci».

Di cosa si è discusso durante l’incontro?
«Il professor Haidar ha raccontato di sé di quando aveva 7 anni e scriveva già delle poesie. Veniva soprannominato “ladro di poesie”, poiché nessuno credeva le avesse scritte lui.
Ha poi ricordato le sue origini, figlio di un conte, e i suoi trascorsi di gioventù nel Libano, il suo paese d’origine.
Ha raccontato della guerra vissuta, del trasferimento in Italia, dopo aver vinto una borsa di studio.
Il professore ha anche parlato dei suoi primi approcci con la lingua italiana, e l’essere venuto a contatto con una cultura diversa dalla sua. In fine ha parlato anche del suo incontro con Oriana Fallaci, raccontandoci anche qualche aneddoto. Quello che ci ha colpito molto di Hafed Haidar è stato il carattere tenace e coraggioso».

Che effetto ha avuto sugli studenti questo incontro? C’è stata partecipazione?
«L’incontro, Ha colpito molto gli studenti, che erano parecchio interessanti. In quanto Haidar  ha una personalità profondamente umana, che è vicina ai giovani».

 

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Cosa pensa possa insegnare una persona del calibro di Haidar agli studenti?
«Può insegnare tanto. E’ un maestro di vita, di tenacia e di resilienza. Doti molto importanti, soprattutto in un momento come questo. Lui ha vissuto la guerra, la violenza, la fame e la precarietà, e dice che c’è la possiamo fare».

C’è stata qualche frase che vi ha colpito particolarmente? Qualcosa su cui riflettere?
«Tutto quello che ha detto è stato molto prezioso. Una frase che ha colpito molto è stata “Dico sempre Io, scusatemi”. Questa frase, ci ha fatto percepire la sua profonda sensibilità e umiltà.
In fine ci ha letto anche una sua poesia, “Quando l’amore bussa alla porta del tuo cuore” dedicandola ai giovani. E’ stato un momento memorabile».

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