lunedì, Dicembre 23, 2024

Fiabe sonore risorgono dopo 90 anni:
quattro giovani volontarie
prestano la loro voce

C'ERA UN MUSEO è il progetto curato dal Museo della scuola "Paolo e Ornella Ricca" per riascoltare le tracce sonore incise su dischi Durium

ceraunmuseo

Inizia oggi una nuova rubrica curata dal Museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca” di Macerata. In questo spazio il museo regalerà ai lettori di Cronache Maceratesi Junior testimonianze raccolte, iniziative e racconti che porteranno alla scoperta dell’affascinante mondo della scuola del passato. 

A cura di 
Logo_MDS_Unimc

Tra le varie iniziative avviate dal Museo della scuola “Paolo e Ornella Ricca” dell’Università di Macerata in questo periodo di chiusura delle attività al pubblico, merita una segnalazione C’era un museo…, narrazione di alcune fiabe sonore Durium degli anni Trenta, trascritte da Silvia Niri nell’ambito delle attività di ricerca svolte per la tesi di laurea in Letteratura per l’infanzia intitolata «Come d’incanto. Storia delle fiabe sonore e delle radiofantasie nella produzione discografica italiana (1930-1945)». Le fiabe saranno narrate e registrate dalle operatrici volontarie del Servizio Civile del Museo e saranno pubblicate ogni martedì, a partire dalle 17, nel sito del Museo della scuola. Per loro è stata un’esperienza nuova e stimolante.

Pelle-dasino
Pelle d’asino

«Il progetto “C’era un museo” si sta rivelando un’esperienza di scoperta e riscoperta personale nel campo delle fiabe – racconta Teresa, originaria della Romagna, ma marchigiana di adozione da 10 anni e specializzata nell’ambito del turismo – Questa nuova divertente avventura mi sta portando a trovare lati nuovi di me stessa mettendomi in gioco, nonostante la timidezza, riscoprendo l’emozione e l’importanza che avevano le fiabe ad esempio quando le raccontavo ai tanti bambini che ho tenuto come babysitter durante gli anni passati. Inoltre, mi riporta al passato a quando da piccola con mia nonna si ascoltavano le storie in cassetta o con il giradischi. Era sempre un momento di divertimento, emozione e piacere che mi faceva partire con la fantasia, immaginando come potevano essere quei personaggi, e mi immedesimavo in tutte le storie. Era un momento di sogno e convivialità». E aggiunge: «Il pensiero di fare sognare, sorridere e distrarre i bambini – che in questo periodo storico di “chiusura” sono coloro che soffrono di più – è il piccolo contributo che vorrei, insieme alle mie colleghe, portare a questo pubblico di “piccoli utenti”».

Cappuccetto-Rosso
Cappuccetto Rosso

Alessia, laureanda in Beni culturali e turismo dell’Università di Macerata, racconta di essersi «divertita molto a fare Cappuccetto Rosso, la principessa di Pelle d’asino, perfino l’orco di Pollicino e chissà chi altro in futuro…». La studentessa sottolinea che «questa esperienza mi è piaciuta molto perché mi ha fatto riaffiorare diversi ricordi di quando ero io la bambina a cui raccontavano queste storie prima di andare a dormire. Sfido chiunque, qualsiasi persona adulta o “troppo matura” a non divertirsi facendo le voci dei personaggi delle favole, immergendosi nelle storie diventando per un attimo un Peter Pan. Perché quando si raccontano le fiabe si torna bambini e non importa quanti anni hai, quando ti raccontano Cappuccetto Rosso avrai sempre paura del lupo cattivo».

Pollicino
Pollicino

Anche per Giorgia Vitale, originaria di Ortona e studentessa del corso di laurea magistrale in Management dei beni culturali all’Università di Macerata, è stata una bellissima esperienza: «È stato divertente e stimolante interpretare le fiabe, soprattutto ora che abbiamo la possibilità di fermarci un momento in più e riflettere sulle emozioni, sui valori e sulla morale che trasmettono. Catapultarsi con un semplice “C’era una volta…” nei mondi incantati e tra i buffi personaggi che ho creato nella mia fantasia di bimba, mi ha fatto sorridere e arrossire più di una volta. Rileggere le fiabe con gli occhi di oggi è stata un’emozione unica e spero sia possibile, grazie alle nostre voci, farvi rivivere il mio stesso entusiasmo. Tornare bambini fa bene all’anima».

museo_scuola_volontarie
Le volontarie del Museo della scuola. Da sinistra Teresa Bentini, Giorgia Giacomelli, Giorgia Vitale e Alessia

Prima esperienza come voce narrante anche per Giorgia Giacomelli, laureata in Scienze dei beni culturali e attualmente studentessa del corso di laurea in Management dei beni culturali presso l’Università di Macerata: «Nonostante non avessi esperienze pregresse, dopo le prime prove ho iniziato a registrare le varie voci divertendomi. Quest’iniziativa è stata una vera e propria sfida, finora non avevo considerato le diverse difficoltà del registrarsi modulando la propria voce a seconda dei vari personaggi. Queste registrazioni mi hanno fatto tornare alla mente un ricordo: da piccoli io e mio fratello avevamo un vecchio stereo, che utilizzavamo per ascoltare delle audiocassette sulle quali nostra madre solitamente si registrava mentre leggeva fiabe o libri per bambini. A quel tempo avevamo una preziosissima raccolta personale che potevamo riascoltare quando volevamo, speriamo che questa iniziativa vi darà la possibilità di creare la vostra raccolta digitale!».
Le quattro operatrici volontarie del servizio civile si sono messe in gioco e sono state capaci di trasformarsi in numerosi personaggi che potrete conoscere a partire dal 1° maggio nel sito www.museodellascuola.unimc.it, nella sezione “Il museo a casa tua”. La prima fiaba narrata sarà “Cappuccetto Rosso”, per poi proseguire, di settimana in settimana, con “Pelle d’asino”, “Pollicino” e molte altre ancora.

Logo_UNIMC_uma__

Articoli correlati

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultime notizie