lunedì, Dicembre 23, 2024

«Ricordare è un dovere»:
“Colore di pioggia e di ferro”
incanta il pubblico

MACERATA - I commenti di docenti, alunni ed alunne che hanno assistito nei giorni scorsi allo spettacolo, programmato al teatro "Don Bosco" in due repliche. L'evento è stato organizzato dal liceo artistico “Cantalamessa” e curato dalla regista Fabiana Vivani

«Una platea emozionata, coinvolta nel dolore e nell’assurdità della tragedia della Shoah. Questo è quanto viene spontaneo dire dopo aver assistito allo spettacolo “Colore di pioggia e di ferro”». Sono queste le parole con cui la professoressa Ida Mari ha commentato la rappresentazione teatrale, messa in scena al teatro “Don Bosco” di Macerata nei giorni scorsi in due repliche. Protagonisti, gli studenti e le studentesse delle classi quarte del liceo artistico “Cantalamessa”, magistralmente diretti dalla regista Fabiana Vivani. Il progetto è stato fortemente voluto dal dirigente scolastico Claudio Mengoni e dai docenti Marco Bozzi e Roserita Calistri, che hanno seguito il lavoro di ragazzi e ragazze in ogni fase, insieme alla regista Fabiana Vivani, che non solo ha saputo coinvolgere ed appassionare i giovani attori, ma anche comporre una drammaturgia dal forte impatto emotivo creata dall’apporto di poesie, brani autobiografici e canzoni scelte dagli allievi stessi, dopo un approfondimento delle tematiche fatto durante le ore di lezione di italiano e storia. «Un bellissimo lavoro – ha proseguito la Mari – emozionante, coinvolgente, veramente efficace nella comunicazione. Gli attori, bravissimi, mescolandosi tra il pubblico simulando di trovarsi in un carro bestiame, in viaggio verso un famigerato lager, prima di salire sul palco, sono riusciti a farci sentire tutti partecipi. Abbiamo sentito su di noi tutto lo stupore, l’incredulità, il dolore per il male possibile. Una sferzata incredibile alle nostre tiepide coscienze. Mi auguro che questo lavoro venga proposto al maggior numero di persone possibili».

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«Sono rimasta colpita dalla scelta dei testi e dall’impegno dei docenti, dei ragazzi, delle ragazze e della regista – ha affermato la professoressa Antonella Gentili – che hanno messo in scena qualcosa di assolutamente profondo e significativo. È stato, inoltre, commovente vedere recitare gli studenti e le studentesse, che hanno avuto modo di dar prova delle loro capacità interpretative, ognuno secondo le proprie peculiarità e capacità». Anche la professoressa di sostegno Lucia Staffolani ha voluto esprimere il suo parere sullo spettacolo: «Per i ragazzi e le ragazze è stato senza dubbio un forte momento di crescita personale. Sicuramente la ricerca introspettiva, che hanno fatto durante la preparazione della rappresentazione, ha favorito una costruttiva gestione delle proprie emozioni, facendo accrescere l’autostima. Inoltre, per gli alunni e le alunne è stata occasione per collaborare con i compagni al raggiungimento di un obiettivo comune inclusivo, accettando le diversità dell’altro e valorizzandole».

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«Una performance teatrale che ha suscitato in me forti emozioni e scaturito riflessioni – ha detto l’insegnante Maria Franca Ripa – Io docente di sostegno, che ogni giorno devo trovare risposte alla domanda “Cosa insegnare?” e soprattutto “Come trasferire concetti alla mia alunna?”, Ho visto sul palco una ragazza che, libera di parlare con il suo corpo e l’uso di due parole, “paura” e “coraggio”, ha saputo arrivare dritto alla mente e al cuore di noi spettatori. Una ragazza attrice per un giorno. Una ragazza che può dare molto, in molti modi, ogni giorno». Il professor Francesco Cerquetella ha poi parlato delle emozioni scaturite dalla rappresentazione teatrale in rapporto alla performance dei giovani attori: «Lo spettacolo “Colore di pioggia e di ferro”, di notevole carica emotiva, colpisce per il perfetto equilibrio tra le atrocità di ciò che è accaduto e l’ingenuo, quanto sincero, coinvolgimento dei ragazzi e delle ragazze, che si sono impegnati a portare un contributo affinché la memoria storica non venga mai meno. Ricordare è un dovere e gli studenti e le studentesse del “Cantalamessa” hanno saputo rievocare questo monito».

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«Corpo, anima, cuore…voce – ha dichiarato la professoressa Francesca Guidarelli – I nostri ragazzi e ragazze, sicuri ed efficaci, hanno calcato il palco del “Don Bosco” regalando emozioni e coinvolgimento sul doloroso
tema della Shoah. Un lungo filo di verità ha collegato le loro performances, appassionate ed autentiche, su testi di prim’ordine, con un apparato scenico sobrio ma perfettamente in grado di evocare le torture e di tenere viva la memoria». Un parere più tecnico quello della professoressa Romagnoli, che ha parlato del lavoro di colei che ha diretto lo spettacolo e della cornice sonora e grafica: «La regista Fabiana Vivani è riuscita a creare sul palco una bella intesa tra tutti i ragazzi e le ragazze, che sono riusciti a trasmettere emozioni anche forti e sono riusciti a creare momenti di riflessione. Molto efficace l’uso delle immagini e della musica che accompagnavano le parole, grazie alla collaborazione dei docenti Marco Bozzi e Matteo Antonini e di alunni ed alunne della classe 5D
dell’indirizzo audiovisivo e multimediale».  «Spettacolo emozionante – ha aggiunto l’insegnante di sostegno Paola Sarcina – tutti i ragazzi e le ragazze erano immersi nella parte e sono riusciti a trasmettere alla platea l’orrore della Shoah, hanno invitato gli spettatori a riflettere su quanto è stato, nella speranza che ciò non avvenga mai più. Ottima regia».

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Anche alcuni alunni ed alunne che hanno assistito alla rappresentazione hanno voluto esprimere le loro emozioni e le loro opinioni, prima fra tutti Veronica Piccinini della classe 1E: «A mio parere, è stato uno spettacolo bellissimo ed è come se in quell’istante la perdita di un figlio da parte di una madre, il momento del treno quando i deportati piangevano e poi quando venivano separati all’interno del lager, è come se lo stessi vivendo anche io, in prima persona». Poi è stato il turno di un suo compagno di classe, Francesco Pierluca: «Dello spettacolo la parte che più mi è piaciuta è stato quando gli attori erano tra il pubblico ed erano al nostro pari, quando sono saliti sul palco si sono staccati e differenziati, proprio come accadde agli ebrei. Prima erano nelle classi con altri compagni, poi li hanno spediti nei campi di sterminio. Lo spettacolo mi è piaciuto moltissimo, gli attori sono stati
bravi, se potessi lo tornerei a vedere». E infine un altro studente della 1E, Giulio Troncato: «La parte che più mi è piaciuta è stata la scena riguardante “Scarpette rosse”, il modo in cui l’attrice ha recitato mi ha fatto emozionare e rattristare allo stesso tempo, così tanto da farmi piangere». Riguardo a “Scarpette rosse”, Tommaso Baldoni della 2A ha poi detto: «Scarpette rosse troppo piccole, per una sofferenza così grande».

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Al termine delle rappresentazioni, dopo molti applausi di tutti gli spettatori, sono saliti sul palco, oltre al dirigente scolastico Claudio Mengoni, che ha ringraziato gli attori, gli studenti e le studentesse che hanno curato la scenografia, la regista e i docenti impegnati nel progetto, anche il presidente dell’Anfass Marco Scarponi, che ha voluto dire qualche parola riguardo l’impegno e le performances dei giovani attori: «Lo spettacolo trasmette l’energia, la passione ed il coinvolgimento emotivo dei ragazzi e delle ragazze che lo hanno interpretato. Sicuramente è stato fatto un ottimo lavoro, sia di testi, che di regia, per armonizzarli e renderli fruibili a tutti, soprattutto ad una platea formata da adolescenti. Ed è questo il grandissimo valore aggiunto della  rappresentazione, che è stato rivolto a chi, pur non avendo memoria dei fatti per la giovane età, viene ugualmente a conoscenza di tali crimini, affinché non accadano mai più. E sicuramente l’obiettivo è stato raggiunto, vista l’attenzione ed il coinvolgimento presenti in sala. Un enorme grazie alla scuola e alla regista, che hanno saputo coinvolgere ed includere tutti i ragazzi e le ragazze facendoli appassionare alle loro interpretazioni».

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Oltre a Scarponi, presenti sul palco anche il presidente dell’Anpi provinciale Lorenzo Marconi, il professor David Miliozzi, docente del liceo artistico e candidato sindaco, ed alcuni esponenti dell’Anpi di Macerata. Anche il loro commento è stato molto positivo, infatti così si legge in un post da loro pubblicato: «”Colore di pioggia e di ferro” è originale, profondo e coinvolgente. Grazie agli studenti e alle studentesse del liceo artistico di Macerata, che ci hanno messo la testa, il cuore, il corpo e la voce e grazie alla regista Fabiana Vivani e ai docenti Roserita Calistri, Marco Bozzi e Matteo Antonini che li hanno supportati». Il professor Miliozzi, invece, ha commentato: «Uno spettacolo forte ed emozionante, con una regia che usa anche il linguaggio multimediale. Un’intensa drammaturgia e dei giovani straordinari, che grazie alla regista hanno tirato fuori tutte le loro emozioni, che si sono fatte gesto e parola».

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