venerdì, Dicembre 6, 2024

Bimbi e bimbe di Pieve Torina
incontrano gli “angeli”
della Protezione civile

PIEVE TORINA - Le cinque classi della scuola primaria hanno celebrato in aula l'iniziativa nazionale, dedicata a chi ha contribuito ad alleviare il dolore dei giorni del terremoto

 

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Le bambini e i bambini che hanno partecipato all’iniziativa promossa dalla Protezione civile

Attenti e curiosi i bimbi e le bimbe, delle cinque classi della scuola primaria di Pieve Torina, che martedì hanno partecipato all’iniziativa promossa per la Settimana nazionale della Protezione civile. Insieme alle loro insegnanti, hanno potuto incontrare in aula architetti e archeologi del Ministero dei Beni Culturali, i carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Ancona, i vigili del fuoco e i rappresentanti della Protezione civile. «Sapete cos’è e cosa fa la Protezione civile?», ha chiesto ai piccoli il sindaco Alessandro Gentilucci, presente all’iniziativa. Sì, lo sanno bene gli allievi e le allieve di Pieve Torina: sono gli angeli del terremoto, i componenti delle istituzioni, ma anche i tanti volontari che hanno contribuito ad alleviare le sofferenze dei giorni del terremoto. «Un contributo importante quello di chi volontariamente si mette al servizio della comunità – ha ricordato il sindaco – e spero che anche voi da grandi vorrete far parte di questo straordinario gruppo». Hanno aiutato la gente, hanno dato una risposta immediata ai problemi quotidiani quando la quotidianità non era più tale, ma hanno anche messo in salvo quell’enorme patrimonio artistico e culturale che è parte della ricchezza dei territori e contribuisce alla loro economia.

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Il sindaco Alessandro Gentilucci e le forze dell’ordine presenti in classe

E allora ai bambini e alle bambine lo staff che realizzato il laboratorio ha proposto proprio un gioco legato al recupero dei reperti storici ed artistici. Una grande tenda che si fa custode di riproduzioni e beni archeologici originali da scovare, recuperare, portare in salvo, fotografare e schedare. C’erano tanti caschetti bianchi a scuola, tanti “attrezzi del mestiere”, una vera macchina fotografica e tutto l’occorrente per calarsi nella parte e giocare ad un gioco che richiama la realtà e mostra agli studenti il lavoro fatto. Un’attività di laboratorio che ha insegnato quanto importante sia custodire il passato per costruire il futuro, imparando a coltivare una coscienza solidale e civica.

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