lunedì, Dicembre 23, 2024

Un diavolo di campione, un angelo di uomo:
Gino Bartali protagonista
nel “Giorno della memoria”

CIVITANOVA - Le classi terze della scuola secondaria di I grado “A. Caro” hanno partecipato all'incontro tenuto da Andrea Falcioni e Pier Giorgio Sermarini dell’associazione Papa Giovanni Paolo II onlus

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Un momento dell’incontro

Le classi terze della scuola secondaria di I grado “A. Caro” hanno partecipato ieri mattina  all’evento intitolato “Un diavolo di campione, un angelo di uomo: l’avventura umana di Gino Bartali”.

L’iniziativa è stata realizzata nell’ambito dell’azione 9 “Educazione e Sport” del progetto Goals (Giovani-Orientamento-Accompagnamento-Lab.-Scuola), di cui l’Istituto comprensivo Via Ugo Bassi è partner, in occasione della ricorrenza internazionale celebrata il 27 gennaio di ogni anno per il “Giorno della Memoria”.

L’incontro è stato condotto dai signori Andrea Falcioni e Pier Giorgio Sermarini dell’associazione Papa Giovanni Paolo II onlus di Grottammare, i quali, attraverso un percorso video, hanno presentato ai ragazzi e alle ragazze la figura di Gino Bartali.

gino_bartali_annibal_caro-1-300x225Quest’ultimo, conosciuto da tutti come leggenda mondiale del ciclismo, è stato fatto apprezzare anche come grande uomo; pertanto, oltre a ripercorrere le sue grandi vittorie sportive, studenti e studentesse hanno potuto capire come durante la Seconda guerra mondiale egli mise seriamente a rischio la propria vita per salvare da morte sicura quella di circa 800 persone tra cui ebrei, partigiani, dissidenti politici e rifugiati.

Bartali faceva parte di una rete clandestina e, grazie alla sua notorietà che gli permetteva di eludere i controlli ai posti di blocco lungo le strade, fingendo di allenarsi in bicicletta, riuscì, tra il 1943 e il 1944, a trasportare centinaia di documenti di identità falsificati nascosti nella canna della sua bicicletta, sotto la sella, che permisero a molti di fuggire e salvarsi.

A Gino non importavano colori politici o della pelle né religione di appartenenza; lui si esponeva, lottava, rischiava la sua vita per amore di Dio senza raccontarlo a nessuno, neppure ai suoi familiari.

Tutto ciò ha colpito molto i ragazzi e le ragazze i quali, coinvolti emotivamente, hanno seguito con attenzione e interesse le vicende narrate.

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