lunedì, Dicembre 23, 2024

Gli spettacoli di bambini e bambine
portano a teatro 2.800 persone

ESANATOGLIA - Grande successo per il progetto ideato da Ruvido Teatro e rivolto all’infanzia. L'obiettivo della rassegna "In terra": la rinascita del territorio dopo i terremoti del 2016

 

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Bilancio positivo per la rassegna teatrale “In terra”, un progetto teatrale realizzato da Ruvido Teatro rivolto all’infanzia per la rinascita del territorio dopo gli eventi sismici marchigiani, con una serie di spettacoli a cui hanno partecipato i bambini e le bambine della scuola primaria di tanti centri dell’entroterra montano, laboratori ed incontri con i genitori. «Alla fine di questa rassegna possiamo dire che il bilancio è più che positivo, siamo riusciti a coinvolgere scuole e famiglie in questo progetto, portando nel teatro di Esanatoglia circa 2800 persone, bimbi per la maggior parte – spiega Fabio Bonso di Ruvido Teatro – dal punto di vista della sua riuscita siamo più che soddisfatti, occorre ora lavorare per il futuro». L’obiettivo era quello di affrontare le paure ed i timori scatenati dal terremoto, per ritrovarsi ed elaborare le difficoltà grazie al teatro, non solo tra alunni, ma anche tra genitori ed insegnanti.

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Esanatoglia-2-300x225«Abbiamo svolto altre attività oltre agli spettacoli – aggiunge Bonso – , come seminari specifici per gli insegnanti, letture per i bambini ed un laboratorio sulla fiaba ad Esanatoglia, sono attività da allargare ad altri centri dell’entroterra, in modo che i bambini non assistano soltanto agli spettacoli, ma possano sperimentare direttamente il teatro, le attività hanno avuto una risposta positiva, auspichiamo che grazie alla collaborazione di Regione, Mibact, unioni montane e comuni ci siano ulteriori positivi sviluppi». Afferma il sindaco di Esanatoglia Luigi Nazzareno Bartocci: «Grazie a Ruvido Teatro, da subito abbiamo creduto a questa idea di portare il teatro nel territorio, a livello di istruzione scolastica, è un’arte che insieme le racchiude tutte, serve per ritrovarsi come comunità. Vedere i bambini così coinvolti, fa da sprone a noi adulti, ci apre il cuore e ci lascia il pensiero che se loro pur non conoscendosi riescono a stare insieme e giocare, anche noi adulti possiamo aprire il dialogo e progettare uniti quel futuro che è una nostra responsabilità, specie in momenti come questo dopo il terremoto».

 

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