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Sorrisi e vagiti la prima scuola di musica,
poi ci vuole tempo

INTERVISTA - Il maestro Beccacece della scuola Beniamino Gigli di Recanati spiega i meccanismi dell'educazione musicale e la concorrenza delle attività sportive

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Un’esibizione della scuola
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Il maestro Beccacece

di Donatella Donati

Proprio così, educare le generazioni che crescono ad apprezzare la musica è un compito prioritario di chi si occupa di formazione, visto che la musica viene tanto ascoltata, fin dai primi mesi di vita, da bambine e bambini, e viene usata come divertimento e come strumento di socializzazione. Perché allora non cominciare presto, il più presto possibile, a trasformare in azione ragionata una tendenza comune a tutti i viventi? Questo è quanto si propone la scuola civica di musica “Beniamino Gigli” di Recanati. Il Comune ha creduto al valore di questa scuola per tutte le età e, fino ad oggi, ne è stato fedele finanziatore. Gli studenti sono 400, gli insegnanti 40 e adesso si aggiungono tutti quelli famosi e importanti, come Bocelli ed altri, che accettano incarichi straordinari per corsi speciali. Il direttore, Ermanno Beccacece, dall’ aspetto gentile e signorile, ha potuto in tutti questi anni di trasformazione e di cambiamenti far mantenere alla scuola la dignità di una istituzione rispettata e appoggiata. Non mancano per questo gli sponsor, in genere legati ad industrie musicali, che consentono manifestazioni ed esibizioni molto seguite. Dal 2005 la scuola ha anche un’orchestra permanente, la Sinfonietta, formata da alunni ed ex alunni e diretta dal maestro Luca Mengoni che insegna violino, una orchestra che è uscita spesso fuori dalle Marche e che si esibisce in varie città italiane.

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Molti alunni di questa scuola hanno cominciato piccolissimi, perché il principio da cui si parte è quello che fa capo a Orff- Schulwerk, secondo il quale i movimenti, i sorrisi, i vagiti e i primi suoni pronunciati dai bambini sono già un avvio alla cultura musicale e si può lavorare su di essi. La vera scuola comincia quando i bambini hanno 6 anni e possono utilizzare uno strumento, qualunque esso sia, purché sia adattabile alla loro prensione, alla loro motricità. Quanto prima si comincia tanto prima si formano quelle abilità muscolari che servono ad utilizzare in seguito gli strumenti, come facessero parte del loro corpo, anno dopo anno, affidati a maestri competenti ed entusiasti. I bambini e le bambine arrivano con facilità agli ultimi anni, quelli che precedono l’entrata al Conservatorio statale di Pesaro, con il quale la scuola è collegata. Durante l’anno scolastico si inseriscono corsi speciali, master class e altre iniziative di raccordo con la musica ufficiale, anche per chi ama la musica moderna, jazz, rap, hip hop. C’è un percorso da poter seguire ma la musica classica è la vera attività fondante.

Il maestro Beccacece lamenta che l’allenamento sportivo è il grande rivale dello studio della musica, perché le società a cui gli studenti appartengono pretendono impegni pomeridiani molto lunghi. Se ne lamentano del resto anche i professori, perché lo studio delle varie materie viene spesso trascurato per l’attività sportiva. Questo non succede per esempio in America, dove i tempi sono misurati, e solo i probabili campioncini vengono sforzati a lunghi allenamenti. Se si desidera una formazione armonica psicofisica degli studenti è necessario lasciare spazi adeguati per tutte le attività, ma è certo che lo studio deve prevalere dove nuove nozioni devono essere apprese; anche la musica ha bisogno di esercizio per essere adeguatamente suonata e non basta un quarto d’ora al piano o un breve uso del flauto o del violino per ottenere risultati accettabili. Personalmente devo dare il mio parere: penso che per uno studio serio, propedeutico a mestieri e professioni future di qualità sia necessario lo studio. Se gli allenamenti pomeridiani sono troppo lunghi e diventano una attività continuativa e pervasiva, va a monte quella concentrazione sui libri e sugli esercizi che servono allo sviluppo dell’ intelligenza e della cultura.

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A conclusione della sua lunga esposizione di quello che è la civica scuola di musica ‘B. Gigli’ di Recanati il direttore esprime la sua soddisfazione per i risultati ottenuti, la quantità degli iscritti, la qualità della loro preparazione e, primo fra tutti, il grande appoggio loro dato dagli insegnanti, tutti di alto livello.
La sede della scuola è il bel convento di Santo Stefano, sulla sommità del Colle dell’Infinito, del cui restauro si parla molto e si spera dia una ulteriore solidità al convento, in una piccola parte del quale è collocato anche il Centro Mondiale della Poesia. La lentezza tuttavia con la quale procedono tutti i lavori determinati dai crolli dovuti al terremoto poco fa sperare per quanto riguarda la velocità del restauro.Valentina-Lisitsa-allAuditoriun-CMP

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