giovedì, Aprile 10, 2025

La risposta al terrorismo:
“No tinc por”, non abbiamo paura

BARCELLONA - Nella realtà, come nelle fiabe, esistono purtroppo persone cattive che commettono cose atroci e terribili, ma anche per fortuna persone che si danno da fare per aiutare e per soccorrere. Ieri in migliaia hanno affollato piazza Catalogna e la rambla per far sentire tutti insieme la loro voce

 

Paola Nicolini

di Paola Nicolini*

Sembra impossibile che, mentre c’è il sole e ci possiamo godere le vacanze dalla scuola, al mare, in montagna, nel parco sotto casa, mentre il caldo suggerisce di rilassarci, di giocare con l’acqua e di fare passeggiate appena l’aria rinfresca verso sera, possano succedere cose brutte come quelle di cui certamente hai sentito parlare, dalla televisione o nei commenti che gli adulti fanno quando parlano tra di loro. Hai forse preso qualche parola qua e là, anche nelle telefonate che ha fatto chi aveva amici a Barcellona in questi giorni, per assicurarsi che stessero bene.

La Rambla ieri affollatissima di persone nella foto di Marika Zorzi

 

Hai forse sentito nominare la rambla, una parola che deriva dall’arabo raml (sabbia) e sta a indicare una strada ricavata da un corso d’acqua asciutto che è stato coperto. La rambla è la via principale di Barcellona, una zona molto caratteristica che è visitata durante tutto l’anno da moltissimi turisti, che vi passeggiano all’ombra degli alberi, ammirando la città circostante e godendo di tanti spettacolini che improvvisano ai suoi lati gli artisti di strada. Ci sono stata diverse volte a passeggiare lungo la rambla e ho il ricordo della luce, dei colori, delle tante lingue che si sentono parlare dalle persone che la percorrono, del mercato coperto a uno dei suoi lati con i profumi delle spezie e i sapori della frutta fresca.

Quel posto che sembra fatto solo per stare bene, per godere delle cose belle e delle buone compagnie, per respirare l’aria internazionale di una città accogliente e aperta, quel bel posto ieri è stato violato da un attentato terroristico.

Una piccola cerimonia lungo la rambla

Il termine terrorismo si capisce che ha a che fare con la generazione di terrore. Infatti il terrorismo consiste in una o più azioni criminali dirette a provocare terrore nella popolazione o in gruppi di persone. Nel 2001 l’Unione europea ha definito gli atti terroristici come atti intenzionali compiuti con il proposito di danneggiare uno Stato o un’organizzazione internazionale, di destabilizzare gravemente o distruggere le strutture politiche, costituzionali, economiche o sociali fondamentali di un Paese, di generare paura tra le persone e intimidirle.

Anche per noi adulti non è facile comprendere perché esistano persone che decidono di divenire terroristi. Ci sono ragioni storiche, religiose, politiche, sociali, economiche e geografiche che si intrecciano tra di loro in modi complessi e comunque inammissibili. L’unica cosa certa è che i terroristi, di qualsiasi provenienza e per qualsiasi motivazione, sono dei criminali. Infatti la polizia e tutte le forze dell’ordine sono al lavoro, da ieri, a Barcellona, per ripristinare la normalità e portare in prigione i responsabili dell’attacco alla rambla.

La folla riunita ieri in piazza Catalogna a Barcellona

Nella realtà, come nelle fiabe che spesso hai ascoltato raccontare dai tuoi familiari o dai tuoi insegnanti, esistono purtroppo persone cattive che commettono cose atroci e terribili, ma delle quali si può parlare e sulle quali puoi fare domande e discutere insieme alla tua famiglia.

Nella realtà, come in quelle stesse fiabe, esistono per fortuna persone che si danno da fare per aiutare e per soccorrere, per mettere a disposizione un alloggio, un pasto, un vestito, un’automobile, persino per tradurre! Infatti ieri nella rambla c’erano tante persone di tante nazionalità diverse e quelle che sono ora in ospedale hanno necessità di comprendere quello che dicono i medici e i medici di comprendere quello che i ricoverati dicono per poterli curare; allo stesso modo c’è bisogno di interpreti per tutte le persone che possono fornire indicazioni alla polizia con le loro testimonianze e che non parlano lo spagnolo o il catalano. Pensa che ieri in un sito internet dedicato a segnalare le necessità e a offrire assistenza per i fatti di Barcellona c’erano poco più di 60 richieste di aiuto e quasi 8000 offerte di cura e sostegno. Questo significa che le persone buone e disponibili verso gli altri sono molte di più di coloro che commettono stragi e seminano paura.

Il tweet della sindaca di Barcellona Ada Colau

 

La risposta della cittadinanza di Barcellona è stata grandiosa! Ada Colau, la sindaca di Barcellona, subito dopo l’attentato ha rivolto queste parole al mondo intero: “Barcellona è città della pace. Il terrore non ci farà smettere di essere come siamo: una città aperta al mondo, coraggiosa e solidale”.

E da ieri mattina, per tutto il giorno, una grande folle si è riunita in Piazza Catalogna, da cui parte la rambla: “Non ci fate paura” dice quella gente tutta insieme. Si canta, si applaude, si portano fiori, si accendono candele, si prega. Ci si sente solidali e si grida la propria forza. Tutti uniti. Anche noi, da questa parte del mondo, diciamo ai terroristi che non fermeranno il nostro desiderio di pace e il nostro impegno per vivere in armonia tra esseri umani, nel nostro pianeta.

*Paola Nicolini, docente di Pisicologia dello Sviluppo e dell’educazione Unimc

Potrebbe interessarti

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Ultime notizie

FOTO