lunedì, Dicembre 23, 2024

Madama Butterfly, una storia
senza il lieto fine

UN POMERIGGIO ALL'OPERA - Non tutti i racconti hanno un finale positivo. Ci insegnano ad affrontare la vita, a interpretare la realtà, a fronteggiare i problemi, a trovare le vie d’uscita

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di Paola Nicolini*

(foto di Fabio Falcioni)

Lo sai già che le storie non sempre hanno un lieto fine. Così come si dice che “Non tutte le ciambelle riescono col buco” per intendere che non sempre le cose vanno come ci piacerebbe, come vorremmo, come ci aspetteremmo che andassero.

Le storie, le narrazioni, le fiabe hanno proprio questo valore: di farci intravedere la realtà prima che la realtà avvenga, di raccontarci la vita prima che la vita si realizzi, di farci immaginare i pensieri e gli stati d’animo prima di provarli di fronte alle situazioni che le storie raccontano e che la vita stessa potrebbe un giorno offrirci. Nella vita di tutti i giorni, infatti, non sempre le situazioni che viviamo finiscono con “e tutti vissero felici e contenti”.

butterfly_buonaccorsi_laboratori_unimc-4-225x300Anche se sei una bambina o un bambino lo sai già: qualche volta ci sono circostanze da cui si esce infelici e scontenti. Ci sono quelle più semplici e affrontabili, come quella volta che volevi tanto un giocattolo, ma non è stato possibile comprarlo e te ne sei uscita sconsolata dal negozio, piangendo e sentendoti proprio triste. C’è stata quella volta in cui hai trovato il pesce rosso a pancia in su nella sua boccia e ti è stato detto che era morto, che succede, che quando succede ci dispiace e siamo tristi, ma non ci si può fare niente, solo salutarlo e non vederlo più. C’è stata quella volta, più seria, in cui al tuo compagno di banco è morto il nonno e i grandi hanno detto che quando succede si prova un dispiacere tanto grande e tanta, tanta tristezza, perciò bisogna essere più attenti e stare vicino a quell’amichetto, che sta passando un brutto momento. E ancora quella volta che qualcuno che conosci ha avuto la casa danneggiata dal terremoto, ahimè, e adesso vive in una casa piccola piccola, perché non vuole andarsene dal suo paese, e talvolta è sconsolato perché vorrebbe tanto riavere quello che invece è venuto giù.

butterfly_buonaccorsi_laboratori_unimc-3-300x225Insomma, accanto a tante vicende per cui si vive felici e contenti, qualcuna finisce in modo diverso. E la storia di Madama Butterfly è una di queste. La protagonista, Cio-Cio-San, si era infatti innamorata di un marinaio americano, tale signor Pinkerton e, nonostante il parere contrario dei familiari, lo aveva sposato. Di fatto vivevano felici e contenti! Ma un giorno Pinkerton dovette riprendere la via del mare, promettendo a Cio-Cio-San che sarebbe presto tornato. Per Cio-Cio-San iniziò così una lunga attesa, allietata dalla nascita del loro bimbo. Aspettò e aspettò per tre lunghi anni e quando la speranza stava per morire, ecco che un giorno apparve una nave all’orizzonte. Cio-Cio-San era felicissima! Ma il suo sorriso si spense presto, perché Pinkerton, questo imbroglione, aveva sposato nel frattempo una donna americana!
Puoi immaginare la sofferenza di Cio-Cio-San, che tanto aveva aspettato! Non c’è stato un lieto fine per lei, in questa storia, che è stata messa in scena da Giacomo Puccini in un’opera che in questi giorni è rappresentata all’Arena Sferisterio di Macerata.

butterfly_buonaccorsi_laboratori_unimc-5-300x225Ieri pomeriggio, nell’atrio del Palazzo Buonaccorsi, insieme a tanti bambini e bambine (ma anche nonni, zii e genitori), abbiamo ascoltato la storia di Madama Butterfly e giocato poi a costruire scenografie, ricreare i personaggi, fare farfalle di carta, disegnare i luoghi e le persone, mettere insieme le scene nei puzzle.
Lo facciamo perché la narrazione della trama dell’opera potrà aiutarti a seguirla meglio se andrai ad assistere a qualche spettacolo allo Sferisterio, una di queste sere. Lo facciamo perché vogliamo che anche tu impari ad avere a che fare con le storie che non hanno un lieto fine. Lo facciamo perché giocare fa bene a grandi e bambini. Lo facciamo perché è importante che anche i più piccoli imparino ad apprezzare e familiarizzare con i prodotti più belli e più alti della cultura. Lo facciamo perché ci state a cuore. Ognuno di voi ci sta a cuore. E vi aspettiamo ancora, il prossimo martedì, con la storia di Aida, per ascoltarla e giocare ancora.

Vi aspettiamo anche domani pomeriggio, nel giardinetto lungo via Don Minzoni, perché abbiamo pensato a uno spazio di gioco per te durante la notte dell’opera. Chiedi ai tuoi familiari di controllare il programma: il divertimento è garantito!

*Paola Nicolini, psicologa dello sviluppo e dell’educazione, Università di Macerata

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