lunedì, Dicembre 23, 2024

Alla ricerca del sonno perduto:
come sconfiggere l’insicurezza

L'ESPERTA - I consigli della psicologa Emanuela Tesei. sabato pomeriggio A Montecosaro un incontro per affrontare queste tematiche

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Emanuela Tesei

La psicologa Emanuela Tesei, in previsione dell’incontro “Notti bianche giorni neri. Alla ricerca del sonno perduto” dà qualche consiglio a mamme e bambini per riposare meglio e migliorare la qualità del sonno.

Cosa succede nel bambino? Perché non dorme? C’è un’emozione capace di chiudere le porte al sonno: l’insicurezza. L’impressione o il timore di un pericolo frenano il sonno questo perché in natura la sopravvivenza è il primo obiettivo ed essere svegli e vigili può essere vitale. Come si può dormire se si è in apprensione per qualcosa? Si riesce ad addormentarsi solo se ci sente protetti e in luogo sicuro e il luogo più sicuro per un cucciolo è vicino alla propria madre.

bambini-dormire-2Soprattutto per i bambini molto piccoli, tra 1 e 3 anni, essere separati dalla mamma fa nascere un’intrattenibile sensazione di ansia presente biologicamente anche in altri animali, denominata “ansia da separazione”. Separato dalla mamma il bambino piange e quindi non dorme, poiché l’ansia impedisce il sonno; per dormire sereni e senza ansie i bambini cercano naturalmente il posto che li fa sentire più sicuri: le braccia della mamma. Da qualche decennio si è diffuso l’uso di abituare i bambini a dormire da soli, in un letto separato o in un’altra stanza, a fare a meno anche della presenza dei genitori nel momento dell’addormentamento, queste recenti scelte educative sono dettate dalla nostra convinzione che i bambini debbano imparare fin da subito a rendersi autonomi ed indipendenti.

bambini-dormonoMa questa moda nata in America ha fatto moltiplicare nel mondo occidentale i cosiddetti disturbi del sonno, proteste per andare a letto, lungo tempo per addormentarsi, risvegli notturni con pianti e tentativi di raggiungere la mamma nel lettone. Si tratta di strategie istintive di comportamento che il bambino mette in atto per conseguire la vicinanza con la madre. Nessun bambino impara queste tecniche (piangere, tendere le braccia per essere presi in braccio, aggrapparsi) ma le mette in atto sin dalla sua nascita perché servono da richiamo per raggiungere, o tenersi vicino, mamma e papà e sentirsi così sicuri e tranquilli.

Queste alcune delle tematiche che verranno trattate dalla Psicologa, Dott.ssa Emanuela Tesei, nell’incontro gratuito di sabato 10 dicembre alle 15 nella sede di Tesoromio a Montecosaro Scalo.

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