lunedì, Dicembre 23, 2024

Ti spiego il referendum:
guida pratica per bambini (parte 3)

VOTAZIONI - Ormai mancano poche ore alla fine di questa avventura, gli italiani stanno per esprimere la loro volontà. Nell'ultima parte della nostra analisi parleremo degli altri aspetti della riforma proposta dal governo Renzi: il Titolo V e il concordato disposto

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Fonte foto www.lindro.it

Referendum Costituzionale del 4 dicembre, ne parlano tutti. Dopo aver analizzato i motivi per cui il dibattito è così acceso (leggi la parte 1) e i cambiamenti che il governo Renzi vuole apportare al Senato (leggi la parte 2) entriamo sempre più in profondità e cerchiamo di capire anche gli altri aspetti delle riforme che saranno votate dai cittadini italiani con un Sì o con un No.

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Le regioni italiane

RIFORMA DEL TITOLO V – Dopo quella del Senato questa è la seconda modifica più importante che il governo vorrebbe fare alla Costituzione. Le nostre 20 regioni, che possiedono ciascuna un presidente e un’assemblea per organizzare le proprie attività (consiglio regionale), si devono tenere in contatto con il governo centrale, quello di Roma. Il titolo V spiega quali sono i rapporti tra le Regioni e lo Stato italiano e in che cosa le regioni sono autonome. Le riforme di Renzi e Boschi (Maria Elena Boschi, un ministro del governo) prevedono di fare due elenchi: uno con le competenze dello Stato e l’altro con quelle delle regioni. Renzi dice che in questo modo, quando ciascuno saprà esattamente cosa può e deve fare, governare il paese sarà più facile e veloce. Chi si oppone però crede esattamente il contrario: le due liste non sono state fatte in modo chiaro e invece di velocizzare si andrà ancora più lenti perchè lo Stato e le Regioni dovranno discutere su chi deve fare che cosa. Secondo il No la riforma in realtà non è nè moderna nè efficiente e rischia di ingarbugliare ancora di più la situazione.

A polling station for a referendum on the duration of offshore drilling concessions in territorial waters, in Rome, Italy, 17 April 2016. ANSA/MASSIMO PERCOSSI
Alcune schede su cui votare. Fonte foto www.ilpost.it

L’ITALICUM E IL CONCORDATO DISPOSTO – L’Italicum è la legge elettorale approvata un anno fa. Quando gli italiani votano alle elezioni i partiti, in base a quante preferenze hanno ottenuto, si dividono i posti in Parlamento (seggi). La legge elettorale decide come assegnare questi seggi. L’Italicum dà un premio al partito che vince le elezioni. Quindi chi vince ottiene 340 seggi alla Camera, cioè il 55 per cento del totale anche se magari ha vinto per poco. In questo modo il governo pensa che sarà più facile governare perchè il 55 per cento rappresenta quella che si chiama “maggioranza assoluta” cioè più della metà. In questo modo il partito che è al governo può avere sempre il maggior numero di rappresentanti e quindi proseguire per la sua strada anche se gli altri non sono d’accordo o se “mettono i bastoni tra le ruote”.

Ma cosa c’entra la legge elettorale con il referendum costituzionale?

Se hai ben seguito gli articoli precedenti abbiamo detto che il Senato sarà trasformato e si ridurranno i suoi poteri.  Il punto è questo: l’Italicum assicura al partito che vince le elezioni una netta maggioranza alla Camera. Secondo i critici, quindi, unendo le due riforme (legge elettorale e riforma costituzionale, il famoso “combinato disposto”) si rischia di creare una Camera molto forte dominata da un partito che ha la maggioranza grazie al premio deciso con l’Italicum senza però rappresentare veramente il pensiero dei citadini italiani.

urna-referendumCHI VOTA COSA – Solamente uno dei partiti italiani si è schierato per il Sì. Si tratta del Pd, il Partito Democratico a cui appartiene Matteo Renzi, che però ha al suo interno una minoranza che si oppone alla riforma se non sarà cambiato l’Italicum. Quindi il Pd non è unito in queste votazioni. Stanno facendo campagna per il Sì anche i componenti di Area Popolare, il gruppo politico parlamentare che comprende deputati e senatori del Nuovo Centrodestra e dell’Udc. Il Movimento 5 Stelle, la Lega Nord, Sinistra Italiana voteranno sicuramente No. Anche la posizione ufficiale di Forza Italia è per il No.

Ormai mancano poche ore alla votazione che avverrà domenica 4 dicembre. I seggi, così si chiamano i luoghi dove si va a votare, resteranno aperti dalle 7 alle 23. In queste ultime settimane i politici non hanno parlato d’altro, tante sono state le trasmissioni televisive in cui i rappresentanti del Sì e del No hanno cercato di portare gli italiani dalla loro parte. Chissà se però gli italiani hanno già le idee chiare oppure se devono ancora pensarci su… Che vinca il Sì o che vinca il No l’importante è andare a votare perchè questo è l’unico modo per esercitare i propri diritti e far vincere la democrazia, ognuno libero di seguire le proprie idee.

Ricorda, votare è importante per questo devi avere almeno la maggiore età per farlo, in futuro non farti mai scappare questa possibilità!

 

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