lunedì, Dicembre 23, 2024

L’opera è “young”,
sfide e giochi nel mondo di Otello

MACERATA - Più di sessanta bambini hanno assistito ieri alla messa in scena in una versione speciale curata dagli studenti Unimc. Tra questi anche l'omonimo del presidente del Consiglio Matteo Renzi

sferisterio bambini
Gli studenti dell’università di Macerata si sono intrattenuti con i bambini per speciali attività di disegno e memoria

Anche l’opera può essere “young”. Grande partecipazione ieri pomeriggio per il primo evento organizzato da “Macerata opera festival” per i più piccoli, in occasione degli “European opera days” e in collaborazione con l’università di Macerata e “Macerata racconta”. Tra gli attori anche Matteo Renzi che non è chiaramente il presidente del Consiglio dei ministri dello stato italiano ma un omonimo studente universitario.

Bambine e bambini si sono avvicinati al mondo dell’opera lirica, aspettando impazienti l’inizio dello spettacolo sotto il porticato dello Sferisterio. Oltre sessanta bambini hanno animato con la loro voglia di divertirsi la sala ex cinema della struttura, dove è andato in scena l’Otello di William Shakespeare. Protagonisti indiscussi dell’evento sono stati, da una parte, l’attento pubblico dei bambini e delle bambine, dall’altra gli studenti e le studentesse che hanno seguito le lezioni di Psicologia dello Sviluppo all’Università di Macerata,nel corso di laurea in Filosofia. L’idea nasce dal desiderio di avvicinare i più piccoli al mondo dell’opera lirica, familiarizzandosi attraverso la narrazione della storia che ne costituisce la trama. Con la supervisione della professoressa Paola Nicolini, titolare del corso e la collaborazione di Sara D’Angelo, dottoranda di ricerca nello stesso Ateneo, studenti e studentesse hanno realizzato una riduzione del testo originale dell’opera, rendendolo comprensibile ai più piccoli, cimentandosi poi coraggiosamente nell’interpretazione teatrale delle vicende narrate, per sostenere la parola con l’azione di scena: Giada Capasso (Emilia), Fabio Cosmai (assistente laboratorio), Leonardo Graciotti (Jago), Matteo Renzi (Otello), Giada Russi (Desdemona), Enrico Simonetta (Cassio) e Pierfrancesco Tordini (Narratore).
Grande entusiasmo e partecipazione, poi, per le diverse attività di gioco associate alla narrazione e finalizzate a far soffermare i piccoli partecipanti sui particolari della storia ascoltata, così da coglierne significati e dettagli. I bambini infatti sono stati suddivisi in gruppi e hanno partecipato alle diverse attività proposte, dall’assemblaggio di puzzle con rappresentazioni di particolari della trama, alla risoluzione di memory con i personaggi della storia, dalla costruzione colorata del grande castello di Otello, alla produzione collaborativa di un cartellone con figure legate al racconto.

sferisterio bambini
A fine serata, tanti giochi dedicati ai più piccoli

Tutti hanno ascoltato, hanno giocato e si sono divertiti, in un clima festoso e interessato, a tratti chiassoso, con una partecipazione attiva che testimonia l’efficacia del progetto per la sua azione di stimolo.

Un’iniziativa realizzata nella prima delle tre giornate dedicate agli European Opera Days, che conferma l’interesse e l’amore della città per l’opera lirica e per la presenza dello Sferisterio come un prezioso bene culturale, con potenzialità ancora in gran parte da esplorare.

Sono in corso i lavori per l’organizzazione di altri momenti dedicati ai più piccoli, nei mesi a venire, con la narrazione delle storie della Norma e de Il Trovatore, opere anch’esse in cartellone per la prossima stagione lirica dello Sferisterio.

In esperienze come questa, in cui la collaborazione tra scuola, famiglie, giovani, istituzioni e territorio si rende evidente, non possono che guadagnare tutti: i più piccoli, con una proposta attenta ai loro differenti linguaggi; gli studenti universitari, che hanno la possibilità di sperimentare i concetti appresi in aula; la scuola, che usufruisce di momenti di rinforzo ai percorsi curricolari; le famiglie, che godono di attività qualificate e gratuite per i propri figli a pochi passi dalle loro case; il territorio, che vede crescere nella stima e nel rispetto reciproco la rete dei vari attori che lo compongono e lo abitano; le istituzioni, ognuna per la propria parte, che riescono a garantire un’offerta culturale ampia e inclusiva.

 

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